Si consumerà oggi in Aula lo scontro finale sul ddl Zan quando, terminata la discussione generale, si passerà al voto sul non passaggio all’esame degli articoli. Sono falliti tutti i tentativi di treovare un accordo.

La proposta di slittare di una settimana l'esame dell'Assemblea è naufragata alle 20.30 nel corso di una capigruppo quando il Pd ha avuto la certezza che la tagliola non sarebbe mai stata ritirata. Dopo la sospensione della discussione sul ddl dettata dalla pausa estiva, ad aspettare al varco il provvedimento, arrivato a palazzo Madama nell'aprile scorso, c'è infatti la richiesta di Lega e Fratelli d'Italia di mettere ai voti il non passaggio all'esame degli articoli, la cosiddetta tagliola, per andare direttamente al voto finale senza l'esame degli emendamenti.

Entrambi i voti, con una richiesta sottoscritta da venti senatori, sarebbero a scrutinio segreto. Il rischio è che nel segreto dell'urna, in assenza di un accordo politico, il ddl finisca con l'essere affossato per sempre.

Il Pd promette battaglia e cercherà in tutti i modi di ottenere il voto palese. Al termine di una giornata che ha visto protagonista nella Camera Alta una girandola di incontri, l'appello del segretario dem Enrico Letta di "cercare un'intesa" è caduto nel vuoto. Letta invitava a fare di tutto per non affossare una legge "chiesta soprattutto dai giovani".

Tuttavia il tentativo di cui investe direttamente Alessandro Zan, il deputato che ha dato il nome alla legge, scricchiola sin dall'inizio. Inviato in Senato con la missione di aprire una serie di incontri per trovare una quadra prima del passaggio in Aula, incassa subito il rifiuto del centrodestra, anche quello di Forza Italia.

Oltre a M5s, Leu e al senatore Riccardo Nencini, solo i capigruppo di Camera e Senato di Italia viva, Maria Elena Boschi e Davide Faraone, partecipano al tavolo aperto da Zan insieme alla presidente dem a palazzo Madama, Simona Malpezzi.

"È da irresponsabili aver deciso di andare subito in aula senza trovare prima un accordo, occorreva fare un rinvio di una settimana per entrare nel merito del provvedimento cercando un'intesa, come aveva chiesto IV, cercando quelle modifiche auspicate anche da Letta. Senza questa intesa si rischia il naufragio in aula", afferma in una nota il presidente dei senatori di Italia Viva Davide Faraone.

(Unioneonline/L)

© Riproduzione riservata