«Fatti non foste per dire corbellerie», «Non ragioniam di lui ma guarda e passa», «Dante metterebbe questo governo tra gli ignavi».

Sono solo alcune delle reazioni ironiche alle frasi del ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, che dal palco della kermesse milanese di Fratelli d’Italia ha detto: «Dante Alighieri è stato il fondatore del pensiero di destra in Italia, la destra ha cultura, deve solo affermarla».

«Quella visione dell’umano e della persona la troviamo in Dante, ma anche la sua costruzione politica credo sia profondamente di destra. Noi non dobbiamo sostituire l’egemonia culturale della sinistra, quella gramsciana, con un’altra egemonia, quella della destra. Dobbiamo liberare la cultura, che è tale solo se è libera e dialettica».

Il deputato FdI Federico Mollicone gli è giunto in soccorso: «Dante – ha detto - è padre della lingua italiana e della patria, concetti che tutt'ora alla sinistra fanno venire il voltastomaco».

Numerose le repliche alle parole del ministro della Cultura: «Dante di destra, ma si può», ha twittato Carlo Calenda. «Se Sangiuliano deve andare a scomodare Dante per trovare un riferimento culturale alla destra, il ministro della cultura ha qualche problema con la storia e la Meloni ha qualche problema con la scelta dei ministri», ha scritto Raffaella Paita, Presidente del Gruppo Azione-Italia Viva in Senato.

Irene Manzi, capogruppo Pd in commissione cultura ha chiesto di «non scomodare il padre della lingua italiana per analisi risibili e caricaturali. Se non fosse un momento drammatico per il Paese ci sarebbe da ridere. Le parole improbabili del Ministro Sangiuliano indicano chiaramente la qualità dell'esecutivo Meloni: tante chiacchiere e zero fatti».

La collega in commissione cultura, Anna Laura Orrico capogruppo del Movimento 5 Stelle ha sottolineato: «Più che una provocazione è una colossale sciocchezza, davanti alla quale lo stesso Dante avrebbe suggerito ‘non ragioniam di lui, ma guarda e passa’».

Da Rifondazione Comunista, Giovanni Barbera immagina che «il povero Dante si rivolterà nella tomba. Verrebbe da commentare ironicamente: 'Fatti non foste a dir corbellerie’, se tutto ciò non fosse anche molto triste, visto che l'inaudita perla di saggezza proviene dal ministro della Cultura. La verità é che la destra populista e xenofoba italiana si fonda su una cultura cosí arretrata da essere costretta ad appropriarsi di figure che sono di tutti, a prescindere dal colore politico».

Pupi Avati, autore del film su Dante uscito recentemente, ha osservato: «Sia detto senza alcuna polemica ma l'uscita è un po' pretestuosa. Nel senso che il valore di Dante, il motivo per il quale è sopravvissuto fino ad oggi e oltre oggi è la sua dismisura poetica, immensa, misteriosa, non certo la sua posizione politica».

(Unioneonline/L)

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