Caso Gregoretti, sì del Senato al processo a Salvini: "Orgoglioso di quello che ho fatto"
"Sono tranquillo e orgoglioso di quello che ho fatto", il commento dell'ex ministroSì del Senato al processo per Matteo Salvini per il caso della nave Gregoretti: l'ex ministro dell'Interno è accusato di sequestro di persona aggravato per aver impedito per più di tre giorni lo sbarco di 131 persone tratte in salvo nel Mediterraneo centrale dall'imbarcazione della Marina militare lo scorso luglio.
I senatori della Lega sono usciti dall'aula e non hanno preso parte alla votazione.
L'ordine del giorno presentato da Forza Italia e Fratelli d'Italia per negare l'autorizzazione a procedere è stato respinto da Movimento 5 Stelle, Partito democratico, Italia Viva e Liberi e Uguali.
Il numero dei favorevoli e dei contrari sarà reso noto solo in serata, quando sarà ufficializzato l'esito dello scrutinio.
"Lo sapevo. Sono assolutamente tranquillo e orgoglioso di quello che ho fatto. E lo rifarò appena tornato al governo. Come è stato difendersi in Senato? Surreale. Ho giurato sulla Costituzione, che prevede che difendere la patria è dovere di ogni cittadino. Io ho difeso l'Italia", il commento a caldo di Salvini.
LA DIFESA DI SALVINI - "Andiamo dritti, affrontiamo questa aggressione politica - aveva detto il leader della Lega a Palazzo Madama prima del voto -. Sono convinto che la fine sarà l'archiviazione. Chi vota oggi pensando di vincere sarà sconfitto dalla storia".
"La difesa della patria è un sacro dovere - la sua versione - ritengo di aver difeso la mia patria, non chiedo un premio per questo ma se ci deve essere un processo, che ci sia. In quell'aula non andrò a difendermi ma a rivendicare quello che, non da solo, ma collegialmente abbiamo fatto".
"Abusando dei poteri" da ministro dell'Interno, questa l'accusa che gli viene contestata dal Tribunale dei ministri di Catania, avrebbe "privato della libertà personale i 131 migranti bloccati a bordo della nave Gregoretti della Guardia Costiera italiana dalle 00:35 del 27 luglio 2019 fino al pomeriggio del 31 luglio" successivo, quando è giunta l'autorizzazione allo sbarco nel porto di Augusta, nel Siracusano. Dunque, sequestro di persona.
"Facciamo decidere a un giudice - ha sostenuto lui - usciamo da quest'aula e facciamo decidere lui. Ormai il re è nudo, potete andare avanti qualche mese o settimana ma in democrazia il giudizio lo dà il popolo".
"C'è bisogno di una cavia? Eccomi. L'unica mia preoccupazione non è per me, mi spiace per i miei figli che domani leggeranno sul giornale...", ha continuato, suscitando le reazioni dai banchi degli oppositori: "Chi borbotta contro di me non ha ricevuto, come me, un messaggio oggi con scritto: 'Forza papà!'. Portate rispetto a due ragazzi che vanno a scuola e non rispondono delle accuse al padre".
(Unioneonline/D-F)