“Io sono tranquillo e anche voi non dovete farvi demoralizzare. Dobbiamo andare avanti, pensando alle cose concrete, ai problemi quotidiani che hanno gli italiani”. È un Silvio Berlusconi che suona la carica quello che si rivolge ai suoi ministri durante il Cdm tenutosi in mattinata. “Siamo in una democrazia - ha aggiunto il premier riferendosi al Rubygate - non in uno stato di Polizia, non dobbiamo farci travolgere e gli atti di questi pm sono stati già respinti dalla Giunta per le autorizzazioni alla Camera”.

LA REAZIONE DELLE TOGHE - Le parole del Cavaliere scatenano la rabbia delle toghe. “Non c'è uno scontro istituzionale. C'è un'aggressione alla magistratura da parte di chi rifiuta il principio di uguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge”, è il duro affondo del segretario dell'Anm Giuseppe Cascini. E nel suo intervento alla cerimonia di inaugurazione dell'anno giudiziario, anche il vicepresidente del Csm, Michele Vietti ha fatto riferimento all' “attualità dirompente” che vede ancora una “contrapposizione” tra politica e giustizia. “Ai giudici si deve rispetto, un rispetto talora troppo trascurato - ha spiegato Vietti - È nel processo che si incarna lo stato di diritto e si assegnano torti e ragioni”.

LA MINETTI DAI PM - Nicole Minetti si farà interrogare dai magistrati titolari delle indagini sul “caso Ruby”, il 1 febbraio prossimo. A confermarlo è il suo difensore Daria Pesce. “La mia assistita - ha detto - si presenterà e spera di evitare l'assedio dei giornalisti”.

RITO IMMEDIATO - Nel frattempo da fonti della Procura di Milano si apprende che la richiesta di giudizio immediato nei confronti del premier Silvio Berlusconi, indagato per concussione e prostituzione minorile nell'ambito dell'inchiesta sulle feste ad Arcore, sarà mandata al gip “presto”. Di “ostacoli” tecnici, al momento, non ce ne sono. Anche un eventuale conflitto di attribuzioni tra poteri dello stato, si ricorda negli ambienti giudiziari, non sospenderebbe l'attività della magistratura.
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