C agliari, 30 settembre dell'anno Duemila. L'avveniristico auditorium della banca Cis è gremito. Un uomo con gli occhi azzurri, le mani grandi da pianista e la voce graffiante sta leggendo la pagina di un libro che lui stesso ha scelto di pubblicare. Di mestiere fa l'editore. Ha già scoperto Susanna Tamaro e Margaret Mazzantini e oggi si trova a Cagliari per presentare il libro di un giovane autore isolano in cui crede.

Il pubblico è affascinato dal suo carisma che si nutre di gesti, di sguardi e di profondità emotiva.

Ha parlato a lungo di libri: della ragione per cui ha scelto di dedicare loro la sua intera vita. Una passione bruciante. Totale. Che un po' lo ha consumato.

Cesare De Michelis fondò a Venezia la casa editrice Marsilio il 23 febbraio del 1961. Il suo intuito lo porterà a mettere a segno alcuni fra i più significativi successi editoriali del nostro Paese. Uno fra tutti: la pubblicazione in Italia della Millennium Trilogy di Stieg Larsson.

«Bisogna vendere i libri che si fanno e, non, fare i libri che si vendono».

Questo il suo motto, contro l'editoria cameriera sempre più incline (già da allora) a stampare libri scritti per accontentare il gusto dei lettori: e non per raffinarlo.

Ne parlò anche quel giorno, a Cagliari, con la sua solita schiettezza. Venne applaudito con entusiasmo, ringraziò il pubblico e chiamò sul palco la violinista Anna Tifu, che appose a quella serata il sigillo della perfezione eseguendo in maniera impeccabile la Ciaccona dalla Partita numero 2 di Bach: migliaia e migliaia di note perfettamente custodite dalla sua mente privilegiata e rese vive da una rara abilità.

Editore e professore all'Università di Padova, Cesare De Michelis è scomparso lo scorso agosto, all'età di 74 anni, mentre si trovava in vacanza a Cortina d'Ampezzo, lasciando l'editoria italiana orfana di uno fra i suoi ultimi padri.
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