Una manovra d'emergenza
Beniamino MoroI l Governo ha approvato il disegno di legge sulla manovra economica per il prossimo anno, da trasformare in legge entro il 31 dicembre. Si tratta di una manovra da 38 miliardi, che potrebbero essere aumentati in corso di approvazione grazie all'ennesimo scostamento di bilancio previsto nei prossimi giorni per finanziare la lotta alla pandemia da Covid.
La manovra viene definita “ibrida”, perché contiene sia interventi legati all'emergenza sanitaria, sia misure strutturali che serviranno a far decollare nel 2021 il Recovery fund europeo, detto anche Next Generation EU. Per la sanità ci sono 4 miliardi nel biennio 2021-2022 per assumere medici e infermieri (a tempo determinato) e 400 milioni di euro per comprare vaccini e farmaci anti Covid.
Inoltre, 5,3 miliardi vanno a rifinanziare la Cig Covid e viene confermato il blocco dei licenziamenti sino a fine marzo, come chiesto dai sindacati. Stop ai contributi per tre anni per chi assume a tempo indeterminato giovani fino ai 35 anni e per chi assume donne nel biennio 2021-2022.
Il pacchetto prevede inoltre 500 milioni di euro per le politiche attive del lavoro e la possibilità di rinnovo dei contratti a tempo determinato fino al 31 marzo. Alle imprese vengono prorogate alcune misure temporanee come il prestito Garanzia Italia e il Fondo per le piccole e medie imprese (Pmi). Viene rifinanziata con 24,8 miliardi la “Nuova Sabatini”.
È la legge che incentiva i nuovi investimenti delle Pmi per l'acquisto o il leasing di macchinari, attrezzature, impianti, beni strumentali ad uso produttivo, nonché hardware, software e tecnologie digitali. Altri 4 miliardi sono destinati alle attività più duramente colpite dalla pandemia. Poi ci sono 500 milioni di euro destinati alle politiche attive del lavoro, come primo passo per avviare una riforma più complessiva che dovrebbe rimettere in discussione anche il sistema del reddito di cittadinanza, ma che per ora servono solo per la riforma dell'assegno di ricollocazione. Infine, sono confermati tutti i bonus (mobilità, verde e facciate degli edifici), il cashback per i pagamenti digitali, nonché 3 miliardi per l'assegno unico per i figli nella seconda metà del 2021. Il problema è se per fare tutto questo basteranno i 38 miliardi della manovra. Ciò dipenderà dalla recrudescenza del virus, che obbligherebbe a riscrivere in peggio le previsioni dell'economia su cui la stessa manovra si basa. Se la pandemia dovesse durare per vari mesi del 2021 - si legge in un report di Marco Buti, già direttore generale per Economia e finanza nella Commissione, e Marcello Messori, un economista che insegna alla Luiss - l'Italia dovrebbe fronteggiare ulteriori e consistenti rialzi nel rapporto debito pubblico/Pil e «un nuovo indebolimento della sua struttura produttiva e della coesione sociale». Quindi, concludono Buti e Messori, si entrerebbe in una nuova fase critica e sarebbero necessarie altre politiche di emergenza. Ciò porterebbe la manovra espansiva per l'anno prossimo ben oltre la soglia dei 38 miliardi: «molti degli interventi d'emergenza verrebbero prolungati … e il rapporto debito pubblico/Pil subirebbe un'ulteriore impennata così che i vincoli nazionali di capacità fiscale diventerebbero stringenti nonostante gli interventi della Banca centrale europea».
Con l'acqua alla gola, potrebbe essere riconsiderato anche il prestito Mes.
In questo quadro, diventano cruciali le scelte da fare nell'ambito del Next Generation EU, a cominciare dalla struttura di governo che deve gestirlo. Buti e Messori raccomandano una cabina politica di regia che sia accentrata e funga da contraltare rispetto a quella della Commissione Ue, composta a sua volta dalla presidente Ursula von der Leyen, Gentiloni stesso e i vicepresidenti esecutivi Dombrovskis e Vestager. La cabina italiana dovrebbe avere poteri decisionali, una struttura tecnica adeguata e occorre «essere pronti ad arrivare fino all'attribuzione di poteri commissariali per l'implementazione e il monitoraggio dei progetti decisi».
BENIAMINO MORO