N el Documento di Economia e Finanza (Def) approvato la settimana scorsa, il governo ha fissato il quadro macroeconomico dell'economia italiana. Una crescita che quest'anno non supererà lo 0,2% e un deficit che viaggia verso il 2,4% sono i due numeri chiave della futura manovra. Si colloca in questo quadro la strategia del governo da portare avanti col decreto crescita, che viaggerà parallelamente al Def.

L'obiettivo è quello di rivitalizzare le performance dell'economia nella seconda metà dell'anno, dando per scontato che nel primo semestre la crescita sarà negativa. Per il momento, il Def contiene un'indicazione generica a sterilizzare l'aumento dell'Iva per 23,1 miliardi. Le clausole di salvaguardia sull'Iva erano state concordate dal governo con la Commissione Ue a dicembre, come condizione per l'approvazione della manovra 2019.

Uno degli obiettivi annunciati nel Def è quello di rivitalizzare gli investimenti. Tuttavia, il reddito di cittadinanza e quota 100 hanno già impegnato risorse ingenti, che sono state sottratte a investimenti alternativi.

È ciò che l'Ocse, il Fmi, la Banca d'Italia, la Confindustria e le agenzie di rating hanno fatto notare al governo nelle settimane passate. Peraltro, a poco serve sbandierare i 150 miliardi di investimenti pubblici già finanziati (in dieci anni) come toccasana per far riprendere la crescita: è infatti da tre anni che l'entità degli investimenti annunciata è sempre di molto superiore a quella realizzata a consuntivo. (...)

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