U n conto è che lo dicano le opposizioni parlamentari o lo scrivano i giornalisti, altro è sentirlo dire dallo stesso presidente del Consiglio. Per giustificare la fretta di inserire nel decreto Crescita la norma sui rimborsi ai risparmiatori truffati dalle banche, Conte ha dichiarato in pieno Consiglio dei ministri: «Dobbiamo tutti essere consapevoli di quanto vale questo provvedimento in termini elettorali, la fretta è più che giustificata». Il ministro Tria, invece, scuotendo la testa, non ha voluto sentire ragioni: «Ci vuole una norma ad hoc», ripeteva, come gli aveva suggerito di fare lo staff dei suoi collaboratori al Ministero, per evitare che un domani possa essere chiamato in giudizio dalla Corte dei Conti per danno erariale.

La preoccupazione di Conte era che per approvare una norma ad hoc come richiesto da Tria ci sarebbe voluto un altro Consiglio dei ministri, che avrebbe ritardato l'approvazione di un provvedimento di “interesse elettorale” fortemente voluto dai grillini. Ecco il segno dell'attuale governo: il disaccordo e la fretta, perché le elezioni europee incombono e bisogna monetizzare subito in termini di consenso elettorale i provvedimenti annunciati, anche quando la complessità dei problemi suggerirebbe di procedere con maggiore cautela.

Ma, tant'è: tra i due partiti al governo da tempo si è scatenata la corsa elettorale che determinerà il nuovo equilibrio di potere per il dopo elezioni. D'altronde, come scrive Francesco Verderami sul Corriere della Sera, far passare Tria come capro espiatorio delle difficoltà grilline non ha senso. (...)

SEGUE A PAGINA 9
© Riproduzione riservata