N ella sua recente ed ultima audizione alla commissione Economia del Parlamento europeo, il presidente uscente della Banca centrale europea (Bce), Mario Draghi, ha ribadito, con l'autorità che gli deriva dal prestigio per il grande successo della politica monetaria espansiva della stessa Bce, quale debba essere la corrispondente politica fiscale dei governi europei che risulti complementare alla prima per far ripartire la crescita del Pil in Europa.

In breve, secondo Draghi, occorrono più investimenti di stimolo per l'economia nei Paesi con ampio spazio fiscale e maxi-surplus commerciali, come la Germania e l'Olanda, e politiche di bilancio prudenti, accompagnate da riforme strutturali, per quelli con alti debiti, come l'Italia. Draghi ha quindi auspicato un'azione più incisiva di Bruxelles per spingere i singoli Paesi ad azioni differenziate e più incisive a favore della crescita, ricordando anche che le regole di bilancio della zona euro hanno funzionato per evitare l'accumulazione del debito, ma non sono abbastanza efficaci nelle fasi in cui servono interventi anticiclici.

Più politiche espansive, dunque, da parte della Germania e dell'Olanda. All'Italia, invece, oltre al mantenimento del rigore di bilancio, quindi una politica rigorosa di controllo del deficit spending, Draghi ha raccomandato un maggiore impegno nelle riforme strutturali a favore della crescita, come aumentare la concorrenza, riformare il sistema giudiziario e dell'istruzione e favorire la ricerca. (...)

SEGUE A PAGINA 7
© Riproduzione riservata