In corso le trattative dei 27 capi di Stato e di governo della Ue riuniti per dare il calcio di inizio della nuova legislatura dopo il voto con la designazione di chi guiderà Commissione, Consiglio Europeo e il “ministero” degli esteri Ue (alto rappresentante per la politica estera e sicurezza). Per la verità i Ventisette non prenderanno decisioni formali, riservate al Consiglio europeo “ufficiale” di fine mese. Tuttavia l’attesa è che la tela del negoziato dovrebbe risultare abbondantemente tessuta a meno di sorprese dell’ultima ora.

La designazione di Ursula von der Leyen per un secondo mandato appare spianata. Certamente il consenso sul suo nome si è rafforzato negli ultimi giorni. Von der Leyen farebbe parte di un terzetto definito: ai socialisti andrebbe la presidenza del Consiglio Europeo, ai liberali la responsabilità per la politica estera. 

Il fatto che la premier italiana Giorgia Meloni non abbia fatto dichiarazioni prima dell’avvio della riunione e che il ministro degli Esteri Antonio Tajani abbia ribadito come il governo italiano insista sul «diritto alla vicepresidenza con un commissario di seria A» viene interpretato come la conferma che al Consiglio Europeo l’Italia non si metterà di traverso. D’altra parte i numeri certi al Consiglio sono quelli che sono: non c’è spazio per ribaltamenti allo schema del terzetto. Per questo non resta che contrattare tutto il resto, con un occhio sia agli impegni programmatici della Commissione e un altro (ancora più attento) alle posizioni nazionali nel prossimo esecutivo Ue. 

Tra le caselle da riempire c’è anche la presidenza del Parlamento Ue, carica istituzionale dell’Unione non parificata alle precedenti e che vive un po’ di vita propria perché risponde ai gruppi parlamentari: in ogni caso sarà l’attuale presidente Roberta Metsola, popolare maltese, a proseguire il mandato.

Intanto il cancelliere tedesco Olaf Scholz si dichiara certo che si potrà trovare «un accordo, una soluzione sensata tra i partiti in Parlamento e tra i Paesi» dato che le elezioni europee hanno consegnato «una maggioranza stabile dei partiti che finora hanno collaborato strettamente, dal Ppe ai socialdemocratici ai liberali» al Parlamento europeo. Per Scholz deve essere chiaro «che il Parlamento non deve sostenere una presidenza della Commissione che si fonda (sul voto) di partiti di destra e populisti». Il suo sostegno a Ursula von der Leyen per il bis alla guida della Commissione europea è totale quanto decisivo, ribadito più volte negli ultimi giorni.

(Unioneonline/D)

 

© Riproduzione riservata