"È stato monsignor Angelo Giovanni Becciu a promuovere gli arresti" che hanno portato al processo Vatileaks due; inoltre l'alto prelato sardo, sostituto della Segreteria di Stato, farebbe parte di quelli che, in Vaticano, vogliono vederla dietro le sbarre.

Questo quanto detto in tribunale ieri dall'imputata Francesca Chaouqui nel corso della sua dichiarazione spontanea.

Il presidente del collegio, Giuseppe Dalla Torre, ha fatto presente che le sue parole potevano essere un'offesa ai giudici e a questo richiamo si è associato il pubblico ministero Gianpiero Milano.

La donna ha poi continuato con la sua versione, sostenendo di essere stata oggetto di "dossieraggio" a partire da quando è stata nominata componente della Cosea, Commissione referente di studio e indirizzo sull'organizzazione delle strutture economiche e amministrative della Santa Sede, guidata da monsignor Lucio Angel Vallejo Balda, arrestato insieme a lei.

Per quanto riguarda l'ammissione di colpa fatta nel primo interrogatorio, alla quale era seguito l'arresto, la Chaouqui ha detto di aver risposto di sì alla domanda se avesse trasmesso documenti al giornalista Gianluigi Nuzzi riferendosi però solo al biglietto d’invito per la famosa terrazza sulla quale il 27 aprile 2014 alcuni personaggi avevano seguito la canonizzazione dei due Papi e poi partecipare a un rinfresco.

Sempre nel corso dell'udienza, Sergio de Santis, uno degli uomini della Gendarmeria che ha proceduto all'arresto, ha spiegato che la sera del 31 ottobre prima di essere fermata, l'imputata avrebbe ammesso di aver "trasmesso a Gianluigi Nuzzi un documento sul Vam"; un "documento strasegreto" che riguardava un progetto riservato.
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