Una perdita di 100 milioni di sterline è quanto prevede la Santa Sede al compimento della vendita, tuttora in sospeso, del lussuoso edificio per uffici situato nel centro di Londra, che ora è il centro delle indagini penali internazionali e del processo per la gestione dei fondi della Segreteria di Stato in cui è imputato anche il cardinale Angelo Becciu.

Secondo alcune persone che hanno familiarità con il processo - riferisce il Financial Times in prima pagina nella sua edizione europea -, il Vaticano è nelle fasi finali della vendita di 60 Sloane Avenue, edificio nel quartiere londinese di Knightsbridge, al gruppo di private equity Bain Capital per una somma di circa 200 milioni di sterline. Sia Bain Capital che Savills, che gestisce la vendita, hanno rifiutato di commentare.

I magistrati del Tribunale d'Oltretevere affermano che tra il 2014 e il 2018 alti funzionari della Santa Sede hanno investito complessivamente per l'edificio londinese 350 milioni di euro, provenienti in buona parte dai fondi per le donazioni. In breve, la vendita dovrebbe confermare una perdita di circa 100 milioni di sterline nella casse vaticane. I pubblici ministeri vaticani sostengano che i soldi investiti in edifici e altri investimenti provenivano dall'Obolo di Pietro, nel quale confluiscono ogni anno offerte dai cattolici di tutto il mondo, come soccorso per i più bisognosi ma anche per il funzionamento dell'apparato vaticano.

"Il palazzo londinese, che a un certo punto doveva essere trasformato in un condominio di lusso - ricorda sempre il quotidiano della City -, è al centro di uno scandalo che ha costretto la Santa Sede a ripensare completamente la gestione delle proprie finanze". Il Papa ha infatti definitivamente trasferito all'Apsa (Amministrazione del Patrimonio della Sede apostolica) la gestione dei beni e dei fondi che, anche dopo la riforma, erano rimasti in capo alla Segreteria di Stato.

Il processo vaticano, che vede imputati anche finanzieri internazionali tra cui l'ex banchiere Raffaele Mincione e funzionari della Santa Sede, nell'udienza dello scorso 6 ottobre si è spezzato in due tronconi e in parte è stato azzerato con la restituzione di parte degli atti all'Ufficio del Promotore di giustizia, per procedere al completamento degli atti istruttori e del deposito di verbali e registrazioni investigative ancora mancanti.

Nei giorni scorsi, comunque, gli avvocati difensori hanno lamentato che, tra "omissis” e arbitrari tagli delle registrazioni, alla scadenza fissata per il 3 novembre scorso il materiale depositato dai pubblici ministeri "è pertanto ancora incompleto".

(Unioneonline/v.l.)

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