La maggior parte dei casi attuali di vaiolo delle scimmie in Europa "si è presentata con sintomi di malattia lievi e, per la popolazione più ampia, la probabilità di diffusione è molto bassa".

Così Andrea Ammon, direttrice del Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc), che ha pubblicato una prima valutazione del rischio della malattia.

"Tuttavia – spiega Ammon – la probabilità di un'ulteriore diffusione del virus attraverso uno stretto contatto, ad esempio durante le attività sessuali tra persone con più partner, è considerata alta". 

IL SEQUENZIAMENTO – Nel frattempo, è arrivata la prima sequenza del virus: resa nota online, è stata ottenuta in Portogallo, a Lisbona, da un gruppo di ricerca della Bioinformatics Unit, Department of Infectious Diseases, National Institute of Health Doutor Ricardo Jorge (INSA).

Il virus sembra molto simile a quello che aveva causato dei casi in vari paesi tra cui la Gran Bretagna, Singapore e Israele nel 2018-19. Nel 2018, ci sono stati tre casi nel Regno Unito dopo che una persona tornata dalla Nigeria ha infettato altri due membri della sua famiglia. 

"Il comitato per la sicurezza sanitaria dell'Ue discuterà domani del vaiolo delle scimmie e le nostre autorità di risposta e preparazione alle emergenze sanitarie, Hera, l'Ecdc e l'Ema, stanno lavorando a stretto contatto per garantire che le informazioni sulla situazione epidemiologica e la disponibilità di vaccini e trattamenti siano assicurate" le parole del commissario Ue alla salute, Stella Kyriakides, dopo la pubblicazione della prima valutazione del rischio dell’Ecdc.

Il comitato per la sicurezza sanitaria Ue è composto da esperti della Commissione e degli Stati membri e ha il compito di rafforzare il coordinamento e la condivisione delle informazioni sulle risposte nazionali alle minacce sanitarie.

SITUAZIONE IN EVOLUZIONE – "Sebbene attualmente la probabilità di diffusione nella popolazione più ampia sia bassa - ha aggiunto il commissario - la situazione è in evoluzione e dobbiamo rimanere vigili, garantire la tracciabilità dei contatti e un'adeguata capacità diagnostica, e avere a disposizione i vaccini, gli antivirali e i dispositivi di protezione individuale necessari per gli operatori sanitari".

La Commissione, ha concluso Kyriakides, "è pronta a sostenere e coordinare attivamente la risposta dell'Ue con tutte le risorse a disposizione". 

LA DIFFUSIONE – Secondo l’Ecdc, in totale in Europa sono stati segnalati 85 casi di vaiolo delle scimmie acquisiti in otto Stati membri Ue (Belgio, Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Portogallo, Spagna, Svezia). In Italia, dopo i tre casi riscontrati a Roma, uno è stato rilevato nelle ultime ore ad Arezzo.

(Unioneonline/v.l.)

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