Torna alta la tensione tra Cina e Stati Uniti su Taiwan.

Pechino afferma infatti che continuerà a «lavorare per la riunificazione pacifica con l’isola» ma si riserverà «il diritto a prendere tutte le misure necessarie per riuscirci». Nonostante Taiwan sia indipendente dal 1949 questa scissione non è mai stata accettata dalla Repubblica popolare, che continua a vederla come una parte integrante del proprio territorio E non tarda ad arrivare l’ultimatum a Washington: «Se gli Usa continuano sulla strada sbagliata, si andrà incontro a una guerra che avrà esiti catastrofici».

«L’isola è il fulcro dei nostri interessi, il fondamento politico nelle relazioni con gli Stati Uniti e il confine che non deve essere superato». Così il neoministro degli Esteri cinese Qin Gang, nel suo primo briefing a margine della sessione annuale del parlamento. «Nessuno dovrebbe mai sottovalutare la ferma determinazione, la forte volontà e la grande capacità del governo e del popolo cinesi di salvaguardare la sovranità nazionale e l'integrità territoriale. Gli Stati Uniti negano di volere un conflitto, ma la strategia di contenimento che hanno costruito mira alla soppressione di tutte le aspirazioni legittime della Cina: questo è un gioco a somma zero in cui uno muore e uno vive», ha concluso Gang, che si è espresso anche sulla crisi ucraina: «I rapporti tra Cina e Russia sono un modello da seguire. Più turbolento è il mondo, più questo schema si rafforzerà».

E nel frattempo il ministro della Difesa taiwanese Chiu Kuo-cheng ha invitato il Paese a tenere alta l'allerta su un «possibile ingresso improvviso» delle forze armate cinesi in aree vicine al suo territorio. Chiu ha detto in parlamento che il forte aumento della spesa militare cinese per il 2023 indica che Pechino si sta «preparando all'uso della forza se necessario» per conquistare l'isola. Domenica, all'avvio della sessione annuale del Congresso nazionale del popolo, Pechino ha presentato il bilancio 2023, comprensivo di una spesa militare di 1.560 miliardi di yuan (quasi 230 miliardi di dollari), in rialzo del 7,2% e al ritmo più veloce degli ultimi 4 anni.

«Penso che stiano aspettando una buona ragione per inviare truppe, come visite di alto livello da altri Paesi a Taiwan o attività troppo frequenti tra i nostri militari e quelli di altri Paesi», ha osservato ancora Chiu. 

Secca la replica della portavoce del ministero degli Esteri cinese Mao Ning: «Taiwan fa parte della Cina e quindi Taiwan non ha un ministro della Difesa. Entrambe le sponde dello Stretto di Taiwan sono territorio cinese e la Cina adotterà tutte le misure ferme e risolute per salvaguardare la propria sovranità e integrità territoriale», ha concluso la portavoce.

(Unioneonline/v.f.)

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