Volodymyr Zelensky, stando alle ultime notizie rilasciate dalle Agenzie di Stampa, sembrerebbe voler ipotizzare una sorta di congelamento, per così dire, del conflitto con "la parte non occupata dell'Ucraina subito sotto l'ombrello della Nato", ritenendo di poter, in un secondo momento, pensare ai territori occupati dai russi per riuscire a "riportarli indietro in modo diplomatico".

Solo lo scorso anno, sempre secondo quanto riportato dai media, e nonostante l’Ucraina abbia presentato la propria candidatura alla Nato il 30 settembre dell’anno 2022, lo stesso presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, sembrerebbe aver mostrato di comprendere la circostanza che l'Ucraina non avrebbe potuto aspirare a divenire membro della Nato mentre ancora si trovava in stato di guerra, siccome, in buona sostanza, il Trattato dell'Alleanza, al suo articolo 5, contiene una disposizione di difesa collettiva che impegna i membri a venire in aiuto di qualsiasi Stato che si trovi sotto attacco.

E se, per un verso, Jens Stoltenberg, allora Segretario Generale dell'Alleanza, ebbe a sostenere che “il futuro dell'Ucraina è nella Nato”, taluni Paesi Membri (non ultima la Germania fin dai tempi di Angela Merkel, e di recente, la Slovacchia, guidata da Robert Fico), ebbero a loro volta a considerare che far entrare l'Ucraina avrebbe potuto recare pregiudizio, più che vantaggio, alle relazioni tra Occidente e Russia. Sicché, ancora, non sembrerebbe essersi rinvenuto un qualsivoglia intendimento (si intenda in un senso o nell’altro) convintamente comune sullo specifico aspetto.

Sembrerebbe quasi, cioè, che seppure non paia esservi alcun intendimento specifico su un potenziale ritorno ai tempi delle cosiddette sfere di interesse (e che parrebbe invero da escludersi), allorquando cioè i Paesi maggiormente rappresentativi, per così dire, decidevano cosa avrebbero dovuto fare con quelli più piccoli, tuttavia, allo stesso modo, non sembrerebbe sussistere (questa perlomeno sembrerebbe essere la sensazione) alcuna certezza in merito agli sviluppi futuri.

L’Europa, al netto dell’intendimento che nel suo complesso potrebbe esprimere, sembrerebbe, nella circostanza, essendo peraltro stato approvato il nuovo Collegio dei Commissari, poter ambire a ricoprire un ruolo di primo piano anche e soprattutto negli sviluppi della diplomazia mondiale. Dicendolo diversamente, potrebbe ancora aspirare ad interpretare quel ruolo di ponte tra Oriente e Occidente che, ad oggi, sembrerebbe apparire quale percorso necessario al mantenimento, e all’intensificazione, di un dialogo che possa ritenersi effettivamente ed efficacemente proficuo tra le parti.

Sul piano squisitamente politico sarebbe un traguardo ragguardevole che potrebbe rivelarsi utile per il cosiddetto Vecchio Continente, a restituirgli, e/o conferirgli, quel “potere contrattuale” (se così volessimo definire l’imprinting decisionale che potrebbe assumere l’Unione Europea sul piano geopolitico mondiale) necessario negli scambi relazionali internazionali. Nonostante l’atteggiamento critico rispetto alla Nato che negli ultimi tempi sembrerebbe essersi fatto avanti, tuttavia, l’Alleanza Atlantica, ha innegabilmente rivestito, nel corso del tempo, un ruolo indispensabile, avendo indotto i termini del confronto Est - Ovest ad un epilogo pacifico soprattutto laddove si vogliano considerare, nella loro pregnanza e consistenza, i numerosissimi ed imprevedibili cambiamenti intervenuti negli anni nello scenario strategico euro-atlantico, anche determinati dalla fine della cosiddetta guerra fredda.

Probabilmente, anche in considerazione delle criticità ancora sussistenti sul piano geopolitico e relazionale, e della mancanza di unanimità di intenti tra i Paesi Membri dell’Unione Europea, la concreta adesione dell’Ucraina alla Nato sembrerebbe un obiettivo perseguibile, semmai, nel lungo termine, e con buona verosimiglianza, per comprendere gli intendimenti futuri dovrà attendersi la Presidenza di Donald Trump. Al di là di ogni altra riflessione in argomento, il contesto venutosi a delineare dopo il 24 febbraio 2022, sembrerebbe suggerire alle grandi potenze di lavorare insieme al fine di intensificare, sotto l’egida della Nato stessa, l’impegno comune e la reciproca cooperazione tra stati sovrani finalizzandoli, l’uno e l’altra, a garantire la sicurezza per tutti.

Giuseppina Di Salvatore – Avvocato, Nuoro

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