Un convoglio lungo oltre 60 km formato da mezzi militari russi viaggia in direzione di Kiev, ed è già alle porte della capitale ucraina, obiettivo di primaria importanza per la Russia e che fa parte della strategia di assalto da parte di Mosca. La colonna arriva dalla Bielorussia, e nelle prime ore del mattino era già all’altezza dell’aeroporto Hostomei, uno scalo commerciale per le merci e non per i passeggeri.

La notte appena trascorsa è stata molto difficile, col continuo risuonare delle sirene, ieri è stata una giornata di battaglia feroce e di resistenza da parte degli ucraini in particolare e Kharkiv, con le truppe russe che avrebbero usato bombe a grappolo colpendo non solo siti militari ma anche edifici civili. Le vittime sono decine, non esiste un bilancio preciso. Almeno 70 i soldati morti.

Auto distrutte in una strada di Kiev (Ansa)
Auto distrutte in una strada di Kiev (Ansa)
Auto distrutte in una strada di Kiev (Ansa)

Il premier Zelensky ha parlato di un “vero e proprio crimine di guerra”, chiedendo la realizzazione di una no-fly zone per gli aerei russi. Ma si combatte anche a sud, a Mariupol, Odessa e Melitopol. 

Tutto questo mentre erano in corso i colloqui tra la delegazione russa e ucraina a Gomel, in Bielorussia. Sono durati sei ore e se a prima vista sembra che si sia arrivati a un nulla di fatto, in realtà un primo step è stato raggiunto: quello di rivedersi tra 24-48 ore, dopo aver fatto il punto con i rispettivi governi, e al confine tra Polonia e Bielorussia. Intanto si spera in una tregua per consentire ai civili di allontanarsi da Kiev e dalle altre città.

L’Ucraina ha avanzato la sua richiesta per lo stop agli attacchi e il ritiro delle truppe di Mosca, Vladimir Putin invece vuole che il governo di Kiev rimanga neutrale e che la Crimea diventi russa. Zelensky, infine, ha proposto l'adesione immediata del suo Paese all'Ue.

(Unioneonline/s.s.)

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