Seconda tappa del viaggio di Donald Trump in Asia: dopo il Giappone, il presidente americano è arrivato in Corea del Sud a bordo dell'Air Force One, atterrato a Seul.

Sul tavolo, nell'incontro con il suo omologo Moon Jae-in, la crisi nucleare con la Corea del Nord.

LA DIPLOMAZIA - I due leader, hanno detto nella conferenza stampa congiunta, si sono trovati d'accordo nel promuovere una politica del dialogo con il regime di Kim Jong-un.

Pyongyang "cessi le sue provocazioni missilistiche e nucleari e venga al tavolo del dialogo sulla denuclearizzazione prima possibile", ha dichiarato il presidente sudcoreano Moon Jae-in.

Con Trump - ha spiegato - "abbiamo concordato sulla strategia di aumentare al massimo la pressione e le sanzioni a Pyongyang fino a una sua rinuncia alle armi nucleari" per poi riprendere i negoziati.

L'APPELLO A CINA E RUSSIA - "La Corea del Nord è una minaccia globale che richiede un'azione globale", gli ha fatto eco il presidente Trump, esortando la comunità internazionale a fare di più per affrontare le minacce.

"Noi esortiamo tutte le nazioni responsabili, comprese Cina e Russia, a chiedere al regime nordcoreano di mettere fine ai loro programmi nucleari e missilistici", ha aggiunto il presidente americano rivolgendo quindi un messaggio diretto a Mosca e Pechino.

The Donald ha aggiunto che vede "buoni progressi" sulla Corea del Nord, invitata "a tornare al tavolo" negoziale e a "fare un accordo" spiegando di non avere alcun desiderio di "usare la forza", ma gli Usa "sono pronti a usare tutta la gamma del potenziale militare, se necessario". Trump ha definito quella che viene da Pyongyang "una minaccia nucleare globale".

Nelle prossime ore Trump partirà alla volta di Pechino.

(Redazione Online/D)

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