Nel suo aggiornamento quotidiano sulle operazioni dell'Esercito popolare di liberazione cinese, il ministero della Difesa ha descritto nel dettaglio l'impennata di attività degli aerei da guerra del Dragone attorno all'isola durante le manovre militari di lunedì, motivate in via ufficiale come una risposta al discorso della Festa nazionale del 10 ottobre tenuto dal presidente taiwanese William Lai. I 153 aerei mobilitati hanno aggiornato la cifra diffusa lunedì sera di 125 unità, che il ministero aveva precisato già essere un record per un singolo giorno. Di questi, 28 hanno attraversato la sensibile linea mediana dello Stretto di Taiwan, secondo la mappa pubblicata dal ministero, in merito alla demarcazione non ufficiale che in passato è servita a evitare fraintendimenti, malgrado la Cina non l'abbia mai riconosciuta.

Altre aree di attività hanno incluso la costa Sud-Est di Taiwan, sede di una grande base aerea, e di sudovest nella parte superiore del mar Cinese meridionale, dove si trovano le isole Pratas nel controllo di Taipei. Sono state avvistate anche 14 navi da guerra della Marina cinese (in calo dalla stima di 17 diffusa ieri) e 12 'navi ufficiali', costruite dalle unità della guardia costiera e da altre imbarcazioni militari.

Parlando con i media a Taipei, il premier Cho Jung-tai ha osservato che le manovre militari cinesi non erano solo una questione di Taiwan: «Qualsiasi esercitazione senza preavviso causerebbe gravi disturbi alla pace e alla stabilità nell'intera regione. Le esercitazioni della Cina non solo influenzano il vicinato di Taiwan, ma hanno riflessi anche sull'intero diritto di navigazione internazionale e sullo spazio aereo e marittimo, attirando così l'attenzione di altri Paesi».

Il governo di Taiwan respinge le rivendicazioni sulla sovranità di Pechino, secondo cui l'isola è parte "inalienabile" e "sacra" del suo territorio destinata alla riunificazione anche con la forza, affermando che solo la popolazione dell'isola può decidere il proprio futuro.

Preoccupazione crescente anche in Giappone per le esercitazioni cinesi, tanto che il vice capo di Gabinetto Kazuhiro Aoki ha aggiunto che sono stati fatti decollare degli aerei da combattimento lungo l'isola di Yonaguni, a poco più di 220 chilometri a est di Taiwan.

(Unioneonline / r. sp.)

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