Manifestazioni e violenze in Corsica. Indipendentisti sul piede di guerra dopo il decesso di Yvan Colonna, storico militante morto ieri sera a Marsiglia tre settimane dopo essere stato aggredito in carcere ad Arles da un altro detenuto, un jihadista.

"Yvan Colonna, patriota corso, vive per l'eternità. Noi saremo sempre al tuo fianco", ha twittato in lingua corsa il partito Femu a Corsica di Gilles Simeoni, il presidente autonomista del Consiglio esecutivo dell'isola. "Yvan Colonna, morto per la Corsica", ha postato, sempre in corso su Twitter, Core in Fronte, il principale partito indipendentista, accompagnando il messaggio con una foto in bianco e nero del militante nazionalista.

Colonna era stato condannato all’ergastolo nel 1988 per l’assassinio del prefetto Claude Erignac. Era stato ferito a morte da un detenuto radicalizzato camerunense, che lo aveva aggredito durante l’ora di sport. Franck Elong Abé, questo il nome dell'aggressore, scontava una pena a 9 anni di carcere per associazione per delinquere di stampo terroristico. Ha giustificato il suo atto con il fatto che Colonna avrebbe bestemmiato e "parlato male del Profeta".

Dopo l’aggressione ci sono state numerose tensioni culminate lo scorso 13 marzo a Bastia con una manifestazione in cui sono rimasti feriti in 102, tra cui 77 agenti. L’aggressione a Colonna infatti è durata ben 8 minuti sotto l’obiettivo di una telecamera di sorveglianza, senza che nessuno sia intervenuto in difesa dell’indipendentista. Anzi, ad avvertire i secondini è stato addirittura l’aggressore.

Una visita del ministro dell’Interno Gerald Darmanin la settimana scorsa aveva parzialmente riportato la calma in Corsica. Il ministro ha dato per la prima volta la disponibilità del governo a un dialogo che potrebbe arrivare “fino all’autonomia”.

Ad aprile dovrebbe iniziare la discussione, ma nel frattempo la morte di Colonna ha riacceso le proteste. Decine di persone si sono riunite a Bastia davanti al Palazzo di Giustizia, appendendo striscioni contro lo “Statu francese assassinu”. Ad Ajaccio, davanti alla cattedrale, in silenzio, si sono radunati altri gruppi di persone. Mentre un messaggio minaccioso è arrivato dall'associazione per la difesa dei prigionieri politici corsi Sulidarita, che ha twittato: "Abbasso questo stato francese assassino".

(Unioneonline/L)

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