Ha chiesto e ottenuto di morire con l’eutanasia per mettere fine a una «sofferenza psicologica irreversibile». 

Geneviève Lhermitte, aveva 56 anni e nel 2007, a Nivelles, in Belgio, aveva ucciso a coltellate i suoi cinque figli, 3 anni il più piccolo, 15 anni il maggiore.

Dopo l’arresto era stata condannata all’ergastolo e ora torna sulle prime pagine dei giornali per la scelta di mettere fine ai suoi giorni, con una iniezione che le è stata praticata all'ospedale Leonardo da Vinci di Montigny-le-Tilleul, in virtù di una legge che in Belgio viene applicata dal 2002.

Secondo quanto venne accertato dall’inchiesta, Lhermitte, che aveva lasciato il lavoro da insegnante anni prima per dedicarsi completamente alla famiglia, al momento della tragedia soffriva di una forte depressione e da sei anni era in cura da uno psichiatra.

Al termine della strage tentò senza successo di togliersi la vita, lasciando poco prima una lettera indirizzata a un'amica nella quale spiegava di trovarsi in una situazione «inestricabile».

Nel dicembre del 2008 il tribunale di Nivelles la condannò all'ergastolo ritenendola capace di intendere e di volere e colpevole di omicidio premeditato anche a seguito del rinvenimento di una lettera che la donna aveva scritto al suo psicologo il giorno prima degli omicidi nella quale rivelava i suoi piani per suicidarsi e portare con sé i figli.

Una seconda analisi indicò che la donna non poteva essere ritenuta responsabile delle sue azioni, raccomandandone il ricovero in una clinica psichiatrica.

Dopo la condanna all'ergastolo aveva beneficiato della libertà condizionale proprio per essere sottoposta a cure psichiatriche.

L'eutanasia concessa a Lhermitte è il secondo caso messo in risalto nel giro di pochi giorni dalla stampa nazionale: un'altra donna belga, Nathalie Huygens, madre di due figli, ha ottenuto l'autorizzazione a mettere fine alla propria vita per le sofferenze psicologiche provocatele da uno stupro avvenuto nel 2016 a Vilvoorde che nessuna terapia è riuscita ad alleviare.

(Unioneonline/l.f.)

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