Sale sempre di più la tensione tra Russia e Ucraina in seguito all'incidente dello stretto di Kerch, nel Mar Nero.

Da un lato Mosca ha incriminato per violazione del confine i marinai catturati nell'operazione che domenica 25 novembre ha portato al sequestro di tre imbarcazioni: è stato diffuso un video in cui gli uomini ammettono lo sconfinamento e di aver ignorato le richieste via radio.

Dall'altro il Parlamento di Kiev ha approvato trenta giorni di legge marziale, che dà poteri straordinari all'esercito anche nella gestione delle faccende civili. Il presidente Petro Poroshenko in realtà ne aveva chiesti 60: perché, dopo aver definito quella russa un'aggressione, ha spiegato di avere bisogno di poteri straordinari per fronteggiare una possibile invasione militare di Mosca, a cui tuttavia in pochi credono.

Due mosse che innalzano il livello dello scontro.

Il presidente ucraino Petro Poroshenko (Ansa)
Il presidente ucraino Petro Poroshenko (Ansa)
Il presidente ucraino Petro Poroshenko (Ansa)

E mentre continua lo scambio di accuse reciproche, la comunità internazionale condanna gli atti di Mosca.

L'Unione Europea - "unita nel sostegno all'Ucraina", dice il presidente del Consiglio Ue Donald Tusk - già sta valutando nuove sanzioni verso la Russia, e invita le parti alla "massima moderazione". La Nato chiede a Mosca di liberare subito i marinai e restituire le navi sequestrate, minacciando "conseguenze". "Non siamo felici per niente", è il lapidario tweet di Trump, ma a mettere in chiaro la posizione Usa è stata Nikki Haley, ambasciatore all'Onu. che ha parlato di "violazione della sovranità" di Mosca.

Vladimir Putin ha espresso alla Cancelliera Angela Merkel, nel corso di un colloquio telefonico, la sua "seria preoccupazione" per l'instaurazione della legge marziale in Ucraina, e le ha chiesto di "esercitare la sua influenza su Kiev per dissuaderla da ulteriori azioni avventate".

Il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi non prende posizione: "Quelle tra Ucraina e Russia sono situazioni complesse, l'appello che abbiamo fatto ai due Paesi è di risolverle in modo pacifico senza entrare in un'escalation militare".

Vladimir Putin (Ansa)
Vladimir Putin (Ansa)
Vladimir Putin (Ansa)

L'ANTEFATTO - Tutto è partito domenica 25 novembre, quando Mosca ha sequestrato manu militari tra navi della Marina ucraina nello stretto di Kerch, che segna l'accesso al Mar d'Azov. La Russia sostiene che le navi siano entrate illegalmente nelle sue acque. La questione è complessa, perché il Mar d'Azov si trova tra la Crimea, annessa nel 2014 da Putin, e l'est dell'Ucraina, teatro di una guerra civile tra ucraini e separatisti filorussi, che controllano alcune aree a Est del Paese. Le imbarcazioni sequestrate - due piccole navi da guerra e un rimorchiatore - provavano ad entrare dal Mar Nero nello stretto di Kerch. secondo quanto affermato da Kiev, una nave russa si è avvicinata alle sue imbarcazioni "con azioni apertamente aggressive", poi ha aperto il fuoco fermando le tre navi e ferendo sei persone (tre secondo Mosca). Numero di feriti a parte, la Russia conferma e accusa gli ucraini di "azioni illegali in territorio russo". Di tutt'altro avviso Kiev, che sostiene di aver avvertito in anticipo i russi dell'itinerario delle sue navi. Il controllo russo su quel tratto di mare è diventato effettivo dopo l'annessione della Crimea nel 2014, tre anni dopo Putin ha inaugurato un ponte che blocca il passaggio di alcune navi. Da quest'anno Mosca ha iniziato a fermare le imbarcazioni, ufficialmente per dei semplici controlli. Ma il timore di Kiev è che questo progressivo "allargamento" di Mosca sia il preludio all'offensiva contro Mariupol, ultima grande città sotto il controllo ucraino nell'est del Paese.

(Unioneonline/L)
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