La procura federale del Belgio intende rinunciare alla consegna di Silvia Panzeri e Maria Dolores Colleoni, rispettivamente figlia e moglie dell'ex eurodeputato Antonio Panzeri in carcere a Bruxelles per il caso Qatargate e che ha firmato un accordo che prevede una sua collaborazione con la magistratura belga, un anno di reclusione, una multa e la confisca di tutti i beni finora acquisiti per circa un milione di euro.

Sull’atto si attende ora un chiarimento da parte della Corte d'Appello di Brescia per capire se entrambe, ora ai domiciliari, potranno tornare in libertà.

Intanto l'eurodeputato Andrea Cozzolino, gettato nel calderone politico del Qatargate dal pentito  Panzeri e identificato a più riprese come l'uomo di fiducia degli 007 marocchini per condizionare l'Ue, segue la linea difensiva adottata sin dalle prime ore dello scoppio dello scandalo e davanti alla commissione Giustizia del Parlamento europeo ha rispedito al mittente «tutte le ipotesi investigative» a suo carico, negando ogni possibile coinvolgimento nel giro di soldi sporchi e nelle attività di corruzione orchestrate dall'ex collega di partito e poi eurodeputato di Articolo 1 in coppia con il suo braccio destro Francesco Giorgi.

Rispondendo alle domande di una trentina di colleghi, Cozzolino ha prima snocciolato i dettagli dei suoi trascorsi da presidente della delegazione per le relazioni con i Paesi del Maghreb e delle commissioni parlamentari miste Ue-Marocco del Pe. Poi ha confermato l'intenzione di rinunciare alla propria immunità.

Nell'audizione tutta a porte chiuse, il racconto offerto ha permesso all'eurodeputato, eletto nel Pd e ora passato ai Non Iscritti, di «dimostrare» come la propria attività politica a Bruxelles sia «totalmente incompatibile» con l'ipotesi di una «sua partecipazione a una rete di influenza in favore di Qatar e Marocco». Accusato di essere l'autore di una mail pro-Doha partita dal suo indirizzo di posta prima di una votazione degli eurodeputati, quel testo - ha cercato di scagionarsi il politico - in realtà «è stato preparato e diffuso» senza il suo «preventivo assenso» dall'ex portaborse Francesco Giorgi, ricevuto “in dote” dal team di Panzeri con una pratica che tuttavia - si è difeso - è «prassi» a ogni cambio di legislatura. Allo stesso modo, Cozzolino ha escluso categoricamente di aver redatto risoluzioni d'urgenza per Rabat, indicando di aver invece sottoscritto nel giugno 2021 una relazione che «conteneva una severa critica» al Paese nordafricano «in relazione alle vicende migratorie». 

(Unioneonline/D)

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