L'ex vicepresidente dell'Eurocamera, Eva Kaili, vedrà oggi la figlia di 22 mesi nella prigione brussellese di Haren, dove l'eurodeputata ellenica è detenuta per la presunta corruzione nel caso Qatargate.

A renderlo noto alla tv greca Alpha è stato il legale di Kaili, Michalis Dimitrakopoulos. «Le precedenti richieste dell'eurodeputata greca erano state respinte dalle autorità belghe che hanno citato la mancanza di personale a causa del periodo di ferie e della carenza di personale», ha spiegato. Kaili potrà vedere sua figlia per circa tre ore. Anche il padre della piccola, Francesco Giorgi, è in carcere.

L'avvocato dell'ellenica, Michalis Dimitrakopoulos, ha ricordato come diverse Ong, tra cui Amnesty, hanno spinto affinché Kaili potesse vedere la bambina. Le autorità belghe avevano sempre rinviato, a causa della carenza di personale. Ma, è stato l'attacco del legale, «mi è passato per la testa che stessero facendo pressione su Kaili perché confessasse, per questo non le hanno permesso di vedere la bambina».

Intanto dopo Doha anche Rabat si aggiunge alla lista dei governi indispettiti dall'inchiesta Qatargate. L'ira del Marocco è stata scandita dal ministro degli Esteri Nasser Bourita in maniera netta: al suo fianco, in conferenza stampa, c'era proprio l'Alto Rappresentante Ue per la Politica Estera Josep Borrell, giunto nel Paese maghrebino per rilanciare i rapporti con Rabat. 

Rabat ha un ruolo cruciale nel contrasto all'immigrazione clandestina verso il Vecchio continente con le enclavi spagnole Ceuta e Melilla che rappresentano il primo punto di approdo europeo per centinaia di migranti in fuga dal Sahel. Ma il rilancio del partenariato non è riuscito a sfuggire all'ombra del Qatargate. 

(Unioneonline/D)

© Riproduzione riservata