Imbarazzanti, scabrose, sensazionali. Continuano a far discutere le confessioni del principe Harry alla vigilia della pubblicazione di “Spare”, la sua autobiografia.

L’uscita ufficiale dell’opera –  a firma del duca di Sussex e del premio Pulitzer J.R. Moehringer – è attesa per martedì 10 gennaio. A scatenare l’ennesima polemica sarebbe stata l'affermazione del secondogenito di Carlo e Lady Diana – unico reale di casa Windsor veterano di guerra al fronte della sua generazione – sui 25 talebani uccisi durante le missioni da elicotterista svolte in Afghanistan, fra il 2007 e il 2013.

«Non è una statistica che mi riempia di orgoglio, ma nemmeno una che mi faccia vergognare. Nel fragore del combattimento - ammette - non ho pensato a quelle 25 persone. Per noi erano solo pedine da rimuovere dalla scacchiera, gente cattiva da eliminare prima che potesse uccidere gente buona».

Le sue parole non sono piaciute al leader talebano Anas Haqqani che sul suo profilo Twitter ha scritto: «Mr Harry! Quelli che hai ucciso non erano le pedine di una scacchiera ma esseri umani; avevano famiglie che aspettavano il loro ritorno». E, in chiusura, lo accusa di crimini di guerra.

Le frasi di Harry non sono piaciute neanche negli ambienti militari del Regno Unito. Tra le voci più perplesse spicca quella del colonnello in congedo Richard Kemp, già comandante britannico in terra afghana, che ha rinfacciato al consorte di Meghan l'uso se non altro di toni imprudenti, tali da mettere in dubbio la reputazione dell'esercito di Sua Maestà, ma anche di «minare la sua stessa sicurezza personale». «Non ho problemi nel definire gli insorti “i cattivi”, ma penso sia sbagliato farli apparire come sono indicati nel libro, lasciando intendere che i soldati occidentali fossero indotti a considerarli alla stregua di subumani e pedine da abbattere su una scacchiera», ha concluso Kemp.

(Unioneonline/v.f.)

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