Si deciderà tutto il 24 aprile: la Francia sceglierà il suo presidente al ballottaggio tra Emmanuel Macron e Marine Le Pen.

Il presidente uscente si conferma in testa al primo turno con il 27,85% dei voti, davanti a Le Pen, al 23,15%. Il terzo classificato, Jean-Luc Mélenchon, ottiene il 21,95%.

L'astensione è stata del 26,31%, il livello più alto dal primo turno presidenziale del 2002, quando fu del 28,4%.

“Nulla è ancora deciso – è stato il commento del presidente in cerca di riconferma -, quello che succederà nei prossimi quindici giorni è decisivo per la Francia e per l'Europa". E poi l’invito a tutti i connazionali, di ogni “colore politico”, per sbarrare la strada all’estrema destra.

Ma il protagonista popolare di questo primo turno è stato Mélenchon, il tribuno della gauche radicale, che per la prima volta va oltre il 20% e si piazza al terzo posto.

La campagna elettorale è stata molto complessa per tutti: prima la pandemia, poi la guerra in Ucraina. I candidati si sono dovuti organizzare su temi diversi dai precedenti. I cavalli di battaglia per tutti sono sempre stati il riscaldamento climatico, le pensioni minime, l’immigrazione. Ma negli ultimi mesi tutto è cambiato così come le strategie per convincere i quasi 49 milioni di elettori (di cui un milione e mezzo residenti all’estero).

(Unioneonline/s.s.)

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