Sarà interamente nella capitale slovacca di Bratislava, oggi, la seconda giornata del viaggio che ieri ha portato papa Francesco anche a Budapest. Molti gli incontri in programma, con politici, clero e comunità ebraica.

IL PROGRAMMA – Il programma odierno prevede alle 9.15, a Palazzo presidenziale, la cerimonia di benvenuto, alle 9.30 la visita di cortesia alla presidente della Repubblica Zuzana Caputova nella "Sala d'Oro”, alle 10 l'incontro con le autorità, la società civile e il Corpo diplomatico nel giardino. Alle 10.45 il Papa sarà nella Cattedrale per l'incontro con i vescovi, i sacerdoti, i religiosi, i seminaristi e i catechisti. Alle 16 il Pontefice visiterà privatamente il "Centro Betlemme" delle suore di Madre Teresa, mentre alle 16.45 incontrerà la comunità ebraica in Piazza Rybné námestie. Alle 18 e alle 18.15 saranno invece il presidente del Parlamento Boris Kollar e poi il primo ministro Eduard Heger a recarsi in visita al Papa alla Nunziatura apostolica. 

IL MESSAGGIO – Ieri, all’arrivo a Bratislava, Francesco in un altro incontro ecumenico ha invitato ancora alla condivisione con i più fragili e bisognosi, e con "la mano straniera che bussa alla nostra porta". "Possiamo ospitare insieme Gesù servendolo nei poveri – ha aggiunto -. Sarà un segno più evocativo di molte parole, che aiuterà la società civile a comprendere, specialmente in questo periodo sofferto, che solo stando dalla parte dei più deboli usciremo davvero tutti insieme dalla pandemia". 

In queste terre, ha detto oggi Bergoglio alle autorità della Slovacchia, "fino ad alcuni decenni fa, un pensiero unico precludeva la libertà; oggi un altro pensiero unico la svuota di senso, riconducendo il progresso al guadagno e i diritti ai soli bisogni individualistici". "Oggi, come allora - ha aggiunto -, il sale della fede non è una risposta secondo il mondo, non sta nell'ardore di intraprendere guerre culturali, ma nella semina mite e paziente del Regno di Dio, anzitutto con la testimonianza della carità, dell'amore". 

"La vostra storia - ha ricordato il Pontefice - annovera tanti scrittori, poeti e uomini di cultura che sono stati il sale del Paese. E come il sale brucia sulle ferite, così le loro vite sono spesso passate attraverso il crogiuolo della sofferenza". "Quante personalità illustri sono state rinchiuse in carcere - ha aggiunto -, rimanendo libere dentro e offrendo esempi fulgidi di coraggio, coerenza e resistenza all'ingiustizia. E soprattutto di perdono. Questo è il sale della vostra terra". 

(Unioneonline/v.l.)

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