Viktor Orban sceglie la festa nazionale magiara per un nuovo, durissimo, intervento contro l'Ue. In un discorso intriso di retorica sovranista il premier ungherese ha fatto capire che la sua campagna elettorale verso le Europee è iniziata.

L'Unione europea vuole «costringere ad accogliere migranti e a rieducare i bambini ad accettare l'omosessualità. Siamo stati fregati, è tempo della rivolta», ha sentenziato Orban.

Da quando è stato sospeso dal Ppe il suo partito all'Eurocamera, Orban è stato tagliato fuori da tutto e continua a stagnare tra i non iscritti.  Nelle settimane scorse ha annunciato di voler entrare nei Conservatori e Riformisti, il partito di Giorgia Meloni. Orban vuole contare di più e, in questo senso, la premier italiana - che gode della solida stima di Ursula von der Leyen e Roberta Metsola - rappresenta una sponda perfetta. L'ingresso di Fidesz in Ecr, tuttavia, rischia di rallentare o addirittura bloccare il percorso di avvicinamento di Meloni alla futura maggioranza pro-Ursula. E le parole di Orban non fanno che confermare questo rischio.

«Se vogliamo difendere la libertà e la sovranità dell'Ungheria, non abbiamo altra scelta che occupare Bruxelles», ha sottolineato il primo ministro magiaro davanti a un migliaio di sostenitori. Nonostante Budapest alla fine abbia tolto il veto sui negoziati di adesione in Ue dell'Ucraina e sul piano di aiuti per Kiev, i rapporti tra Orban e l'Ue restano ai minimi. L'Eurocamera è pronta a denunciare la Commissione per i dieci miliardi sborsati a dicembre senza - questa l'accusa del Pe - che l'Ungheria avesse rispettato le condizionalità sullo Stato di diritto.  E la presidenza di turno ungherese, che partirà dal primo luglio e dunque cadrà dopo il voto, in un momento di vuoto di potere nell'Ue, è guardata con crescente apprensione da europeisti e funzionari comunitari.

(Unioneonline/D)

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