L'arcivescovo di Canterbury Justin Welby, 68enne primate della Chiesa d'Inghilterra, si è dimesso dopo le accuse di non aver fermato in passato gli abusi sessuali e psicologici sistematici nei confronti di minorenni imputati a un potente avvocato, John Smyth, scomparso nel 2018.

Come si legge sul Guardian, un recente rapporto indipendente ha rivelato l'attività condotta dal molestatore seriale strettamente legato alla chiesa anglicana: 130 ragazzi sono stati presi di mira nel corso di campi cristiani per giovani tra la fine degli anni '70 e l'inizio degli anni '80 nel Regno Unito e successivamente in Zimbabwe e Sudafrica, dove il legale si era trasferito.

In particolare è emersa un'azione di insabbiamento condotta dai vertici religiosi ed è finito sotto accusa lo stesso Welby, che sarebbe stato a conoscenza degli abusi sin dal 2013.

Dopo le rivelazioni, i membri dell'organo che guida la Chiesa d'Inghilterra, il sinodo generale, hanno lanciato una petizione, firmata da oltre 1500 persone per chiedere all’arcivescovo di farsi da parte, «dato il suo ruolo nel permettere che gli abusi continuassero».

«Quando nel 2013 sono stato informato del caso e mi è stato detto che la polizia era stata avvisata, ho creduto erroneamente che ne sarebbe seguita una soluzione adeguata», ha spiegato Welby annunciando le dimissioni, come si legge sui tabloid britannici. 

«È molto chiaro – ha aggiunto – che devo assumermi la responsabilità personale e istituzionale per il lungo e traumatico periodo compreso tra il 2013 e il 2024. Gli ultimi giorni hanno rinnovato il mio profondo e sentito senso di vergogna per gli storici fallimenti della Chiesa d'Inghilterra in materia di tutela».

(Unioneonline)

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