Gli occhi del mondo restano puntati sull’Afghanistan, tornato in mano al regime dei talebani, dopo il ritiro delle truppe Usa e occidentali.

Grande resta la preoccupazione per i cittadini stranieri, americani ma non solo, che stanno cercando di lasciare il Paese. 

L’aeroporto di Kabul continua a essere preso d’assalto e secondo fonti Nato almeno venti persone sono morte negli ultimi sette giorni all'interno e nei dintorni dello scalo nel corso delle evacuazioni, dopo che i talebani hanno preso il controllo della capitale afghana.

Per rimpatriare i cittadini Usa ancora presenti in Afghanistan il Pentagono ha annunciato in queste ore un piano d’emergenza che obbliga le compagnie aeree civili a mettere a disposizione del governo alcuni dei loro velivoli per trasporti d’emergenza. 

Intanto, la crisi afghana si prepara a finire sul tavolo del prossimo G7. I leader dei sette Paesi più industrializzati si vedranno faccia a faccia in una riunione virtuale martedì, come annunciato dal premier inglese Boris Johnson, proprio per fare il punto della situazione e per individuare strategie di risposta comune, anche sull’emergenza dei profughi che a breve potrebbero lasciare in massa il Paese per non sottostare al regime taliban.

Per Mary-Ellen McGroarty, direttrice nazionale per l'Afghanistan del Programma alimentare mondiale dell'Onu, con il ritorno del dominio talebano, la minaccia di una "catastrofe assoluta" fatta di fame, senzatetto e collasso

economico incombe sul Paese, già duramente provato dalle crisi degli ultimi anni.

La stessa McGroarty ha dunque lanciato un appello proprio ai leader mondiali, affinché mettano in campo un ingente – ed urgente – “sforzo umanitario”, per salvare la vita di decine di migliaia di persone.

(Unioneonline/l.f.)

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