È giallo sulla morte improvvisa, a 65 anni, del ministro degli Esteri bielorusso Vladimir Makei, che domani avrebbe avuto in programma un incontro col suo omologo russo Lavrov.

Secondo il leader ucraino Zelensky sull’episodio ci sarebbe l'ombra di Mosca: «Potrebbe essere stato avvelenato. Era tra i pochi a non essere sotto l'influenza russa», ha sottolineato, rilanciando l’accusa a Mosca di voler distruggere gli ucraini «con l'oscurità e il freddo».

Incessante, dunque, il monito del presidente Zelensky al mondo mentre l'inverno si fa sempre più rigido in Ucraina. Ed è ancora più significativo nei giorni in cui il Paese ha ricordato l'Holodomor, lo sterminio della fame che causò diversi milioni di morti dal 1932 al 1933, provocato dall'Urss di Stalin. Oggi il nemico è lo stesso di novant'anni fa, anche se porta un altro nome. E costringe al buio e al gelo ancora sei milioni di persone, mentre continuano gli sforzi delle autorità per ripristinare acqua, luce e riscaldamento nel Paese dopo la pioggia di missili russi.

Se l'elettricità è tornata a Kherson, a Kiev sono ancora 130mila le persone senza energia. Mentre il Cremlino insiste nell'offensiva.

nelle ultime ore il segretario Nato Jens Stoltenberg e la leader della Commissione Ue Ursula Von der Leyen hanno confermato di essere al fianco dell'Ucraina, mentre la presidente ungherese Katalin Novak ha attaccato Vladimir Putin, definendo «ovvia» la sua responsabilità in questa guerra.

(Unioneonline/v.l.)

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