Costi fino a 300 milioni di euro dall'accordo Italia-Albania sui migranti.

È la stima contenuta – secondo quanto rivelato da L’Espresso – in una relazione tecnica firmata dal capo della Ragioneria di Stato, Biagio Mazzotta.

L’accordo firmato dai leader di Roma e Tirana Giorgia Meloni ed Edi Rama (e in questi giorni “sospeso” dall’Alta corte albanese che ha evidenziato la necessità di un passaggio parlamentare) prevede due centri di prima accoglienza e trattenimento dovrebbero sorgere nelle località di Shengjin e a Gjader.

Per quanto riguarda la prima località, si legge nel documento, «l'intera zona non è dotata di fogna pubblica. Per lo scarico delle acque nere è necessario realizzare un serbatoio di accumulo di idonea capacità da svuotare periodicamente con autospurgo o, in alternativa, è necessario realizzare un depuratore».

A Gjader, invece, «servono gruppi elettrogeni, serbatoi di accumulo per l'acqua, taglio di alberi e realizzazione di strade».

Il protocollo sottoscritto da Italia e Albania, evidenzia il settimanale, «vale 230 milioni di euro. In più ci sono altri 75 milioni per esportare e collegare il sistema giudiziario italiano con l'Albania. Il conto totale è ben oltre i 300 milioni».

Ancora: soltanto per allestire il Cpr di Gjader servono 28 milioni. E altri 31 milioni per la gestione di Shendjin e del medesimo Gjader».

La voce di spesa più cospicua - sopra i 100 milioni di euro - riguarda «l'essenza del protocollo, cioè che un pezzo di Italia venga delocalizzato in Albania». Utilizzare in Albania personale dei ministeri dell’Interno, della Giustizia e della Salute, fra viaggi, diarie, vitto e alloggio, richiederebbe infatti fondi per altri 57,7 milioni di euro. 

(Unioneonline/l.f.)

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