A meno di un mese dal primo turno delle elezioni presidenziali (10 aprile) Emmanuel Macron ha dato la sua parola (per alcuni in maniera alquanto “opportunistica”): la Corsica avrà maggiori concessioni da parte dello Stato centrale “fino ad arrivare arrivare all'autonomia”.

Il numero uno dell’Eliseo, dopo le proteste, anche violente, che si sono registrate nei giorni scorsi nell’isola, ha deciso di tentare una riappacificazione, promettendo – anche attraverso parole esplicite del ministro dell’Interno Gérald Darmanin – che Parigi allenterà il suo potere. Come atto di buona fede, è stata anche decisa la sospensione della pena per Yvan Colonna, l'indipendentista corso condannato all'ergastolo (per l'omicidio del prefetto Claude Erignac, nel 1998) e gravemente ferito in un'aggressione nel carcere di Arles lo scorso 2 marzo, evento che è stato all'origine della nuova fiammata di scontri e contestazioni. 

Per Gilles Simeoni, presidente della Regione e fautore dell’autonomia, quelle del governo di Parigi “sono parole importanti, che aprono una prospettiva, ma sono parole alle quali adesso bisogna dare un seguito e una concretizzazione".

Invece, gli esponenti del Fronte di liberazione nazionale della Corsica (FLNC), che raggruppa le frange estreme dell’indipendentismo, non sono affatto soddisfatti. Anzi, promettono nuove contestazioni e paventano addirittura rivolte armate e insurrezioni, convinti che le concessioni di Macron siano solo un “contentino” e decisi ad ottenere l’obiettivo pieno, ovvero l’indipendenza dalla Francia.  "Se lo stato francese rimarrà ancora sordo - hanno fatto sapere gli indipendentisti in un comunicato pubblicato dal quotidiano Corse-Matin - il sacrificio della gioventù non potrà che provocare una reazione proporzionata da parte nostra".

Eppure Parigi è convinta di poter tenere a freno le spinte indipendentiste proprio con la concessione di maggiore autonomia. Lo stesso ministro Darmanin ha infatti ribadito che “il futuro dei corsi resta pienamente nella Repubblica francese".

La questione corsa tiene ovviamente banco nella campagna elettorale per l’Eliseo. Secondo Marine Le Pen, candidata alla presidenza per il Rassemblement National, “passare dall'omicidio di un prefetto alla promessa di autonomia è un messaggio catastrofico”.

Per Eric Zemmour, anch’egli esponente di estrema destra, si tratta di "una bassa manovra elettoralista".

Infine secondo Valérie Pécresse, leader dei moderati di destra Républicains, Macron non ha fatto altro che "cedere alla violenza". 

(Unioneonline/l.f.)

© Riproduzione riservata