Inizia ufficialmente oggi la stagione di Liz Truss alla guida dell’esecutivo inglese: primo ministro numero 15 nei 70 anni di regno da record della 96enne regina Elisabetta, è il quarto capo di governo conservatore di fila dal 2010 a oggi e la terza donna nella storia britannica dopo Margaret Thatcher e Theresa May.

Il passaggio di consegne è avvenuto per la prima volta nella residenza reale scozzese di Balmoral, a mille chilometri da Londra, da dove la sovrana non ha potuto spostarsi per un viaggio ad hoc causa raccomandazione medica. Tutto si è svolto secondo tradizione, con tanto di "baciamano" alla monarca (ridimensionato a inchino con stretta di mani).

La sovrana ha dapprima accettato "graziosamente" le dimissioni anticipate di Boris Johnson a 3 anni dal trionfo elettorale del 2019, quindi ha ricevuto Truss per "invitarla" a formare il nuovo gabinetto. 

Johnson le ha lasciato il posto questa mattina quando, con al fianco la first lady Carrie, ha rivendicato ancora una volta il lavoro svolto dicendosi "fiero" dei risultati raggiunti sull'attuazione della Brexit, la campagna vaccinale anti Covid, la disoccupazione ai minimi storici o il sostegno in prima fila all'Ucraina contro "i ricatti di Vladimir Putin".

Nel primo discorso all'ombra del portoncino nero numero 10, la neoleader ha intanto ribadito la linea dura nei confronti di Mosca. Ma soprattutto ha promesso di portare il Regno Unito "fuori dalla tempesta" della crisi globale e nazionale abbattutasi in questi ultimi mesi e provocata, ha detto, proprio da Putin. 

Annunciati dunque entro questa settimana - prima delle promesse sui tagli di tasse, sul rilancio della sanità e delle infrastrutture, sui "coraggiosi programmi" per la modernizzazione del Paese - i contenuti di un immediato piano energia ad hoc che prevede il congelamento delle bollette a carico delle famiglie per almeno 18 mesi, con sussidi e stanziamenti pubblici che in barba al thatcherismo potrebbero costare fino a 100 miliardi di sterline.

(Unioneonline/D)

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