India sotto choc. E non a causa di calamità naturali o tragedie di cronaca. Il dramma per i quasi 1,5 miliardi di abitanti dello Stato asiatico è sportivo: la Nazionale indiana di cricket ha infatti perso la finale di Coppa del Mondo contro l’Australia e lo ha fatto in casa, davanti ai 130mila spettatori dello stadio di Ahmedabad, dedicato al presidente Narendra Modi.

Uno smacco che ha lasciato non pochi strascichi, anche politici, in un Paese dove il cricket non solo è lo sport nazionale, ma è considerato una disciplina quasi “sacra”.

L’addio al terzo titolo mondiale (l’ultima vittoria risaliva al 2011) ha, come detto, scatenato un vero e proprio polverone, che ha finito per travolgere anche il presidente Modi. 

Basti pensare che Rahul Gandhi, numero uno del Congresso Nazionale Indiano, ha definito senza mezzi termini il leader di New Delhi come uno “jettatore”, insinuando, durante un comizio, che la sua presenza nello stadio a lui intitolato abbia portato sfortuna al team indiano, parole che gli sono costate un richiamo ufficiale dalla Commissione Elettorale che monitora l’operato dei membri del Parlamento. 

Al di là degli attacchi, la debacle indiana potrebbe avere ripercussioni politiche in vista delle elezioni del prossimo aprile. 

Modi, che spera di essere eletto per la terza volta, aveva infatti puntato molto sul prestigio di una vittoria della Nazionale ai mondiali, con una campagna che il Guardian ha descritto come «molto aggressiva». Ora dovrà fare i conti con gli effetti dell’insuccesso a livello di immagine.

Non solo: sette studenti sono stati arrestati in Kashmir, lo Stato himalayano conteso da India e Pakistan, per aver inneggiato alla vittoria della squadra australiana.

Da quanto si apprende, gli studenti, iscritti a un college di agraria, sono stati incriminati ai sensi di una legge antiterrorismo detta Uapa, per «avere urlato slogan anti-India e intimidito chi non era d'accordo con loro».

La polizia ha reso noto di avere proceduto all'arresto a seguito della denuncia ricevuta da uno studente dello stesso college.

Meeboba Mufti, ex governatrice dello Stato, ha criticato l'arresto dichiarandosi incredula di un tale livello di non accettazione della libertà di pensiero ed espressione da parte delle forze dell'ordine. 

(Unioneonline/l.f.)

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