Via oggi al secondo giorno di vertice Nato a Vilnius, in Lituania. Con il presidente ucraino Zelensky che prima del suo arrivo ha tuonato: «Inaudito e assurdo che non ci sia un calendario per l'ingresso dell'Ucraina nell'Alleanza».

Il segretario generale Stoltenberg ha, infatti, gelato le attese, precisando come non ci sia «una timeline per il processo d'ingresso», e che «l'invito sarà esteso a Kiev quando ci saranno le condizioni».

Una “frenata”, dunque, all’ingresso di Kiev nell’Alleanza che non è piaciuta nemmeno a Kuleba: «La Nato – ha precisato il ministro degli Esteri ucraino – non dovrebbe tenere il nostro paese in un limbo quando si tratta di adesione». E ha aggiunto: «Le condizioni per l'adesione dell'Ucraina alla Nato sono sconosciute. Non sappiamo quali siano. Non ce ne sono. Questo è il problema. Cioè, quando saranno soddisfatte le condizioni? Quali sono le condizioni? Chi dovrebbe formularle?».

A margine del summit, la premier italiana Giorgia Meloni ha incontrato il primo ministro britannico Sunak e il presidente turco Erdogan: «È la coesione - ha precisato - l'arma più efficace».

Dura la reazione al summit da parte di Mosca, con il ministro della Difesa russo Shoigu che ha minacciato: «Se gli Usa forniscono munizioni a grappolo, le forze armate russe saranno costrette a usare armi simili».

Quindi le parole del portavoce del Cremlino Peskov: «È un vertice anti-russo».

I COLLOQUI – «Dai colloqui di oggi capisco che le condizioni necessarie per l'ingresso nella Nato saranno raggiunte quando ci sarà la pace in Ucraina», ha detto il presidente ucraino Volodymyr Zelensky in conferenza stampa con il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg. «Capiamo che alcuni hanno paura a parlare di membership ora – ha proseguito – perché nessuno vuole una guerra mondiale ed è comprensibile. Ma abbiamo bisogno di avere segnali».

(Unioneonline/v.l.)

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