Per la prima volta dall’inizio dell’invasione russa in Ucraina, cominciata lo scorso 24 febbraio, l’agenzia di stampa cinese Xinhua ha ospitato un’intervista senza censure a un rappresentante del governo di Kiev, fornendo dunque per interposta persona una versione alternativa a quella narrata dagli “amici” russi

Ospite dell’agenzia vicina al governo di Pechino, il ministro degli Esteri di Kiev Dmitry Kuleba, che nel colloquio ha sottolineato, tra l’altro, come i negoziati con Mosca si siano “complicati” dopo il faccia a faccia delle delegazioni avvenuto in Turchia.

“Il processo negoziale russo-ucraino è diventato molto più difficile dopo i colloqui a Istanbul”, ha affermato Kuleba, confermando che ora i colloqui per il cessate il fuoco “procedono con grandi difficoltà".

"Qualche settimana fa, con la mediazione della Turchia, le parti hanno tenuto un giro di negoziati di persona a Istanbul", ha aggiunto Kuleba. "Là, la delegazione ucraina ha presentato un progetto di accordo sulle garanzie di sicurezza internazionale all'Ucraina. La parte russa ha ricevuto questa proposta per uno studio aggiuntivo. Poi il negoziato è diventato più complesso”.

Al di là delle dichiarazioni di Kuleba, gli osservatori sottolineano però l’importanza dell’intervista in sé. Ospitare una delle voci più autorevoli dell’Ucraina sotto attacco potrebbe infatti essere visto come una sorta di segnale indiretto lanciato alla Russia.

La Cina, infatti, finora è rimasta alla finestra nell’ambito della crisi, ad esempio astenendosi all’assemblea generale dell’Onu al momento della votazione della risoluzione che “incolpa” Mosca per la crisi umanitaria in Ucraina e non rinunciando a criticare le mosse degli Stati Uniti per far pressione sul Cremlino. Inoltre, evidenziano gli osservatori di politica internazionale, Xinhua, e così gli altri megafoni del governo, non ha mai usato, parlando di quanto sta accadendo in Ucraina, parole come “aggressione”, “invasione”, “guerra” ecc. 

Dunque l’aver dato voce – quasi in contemporanea con un’altra intervista al suo omologo russo Lavrov – a un fedelissimo di Volodymyr Zelensky che invita la Cina a “consigliare a Mosca il cessate il fuoco, la fine dell’aggressione, il rispetto della nostra integrità territoriale” non può non essere valutato dagli esperti come una sorta di svolta nella strategia di comunicazione della Repubblica popolare.

Un modo per “suggerire” che i negoziati devono essere ripresi al più presto perché il conflitto sta creando non poche ripercussioni sull’economia mondiale, compresa quella cinese? 

Anche in questo caso le parole di Kuleba a Xinhua sembrano eloquenti: “Questa guerra non è in linea con gli interessi della Cina. La crisi alimentare globale, i problemi dell’economia rappresentano una grave minaccia per la Cina, visto che la Russia sta paralizzando le iniziative della Nuova via della seta lanciata dalla vostra leadership”. Ovvero dal presidente Xi Jinping in persona. 

(Unioneonline/l.f.)

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