Prosegue in Ucraina la corsa contro il tempo per evacuare le popolazioni dei territori a rischio dopo i bombardamenti che hanno fatto saltare la diga di Nova Kakhovka, nella regione di Kherson.

«Questa mattina il livello medio delle inondazioni è di 5,61 metri: 600 chilometri quadrati della regione di Kherson sono sott'acqua, il 32% dei quali sulla riva destra e il 68% sulla riva sinistra» precisa su Telegram il capo dell'amministrazione militare regionale Oleksandr Prokudin. 

Nella giornata di ieri, malgrado le estese inondazioni, i russi hanno compiuto 34 bombardamenti, lanciato 193 proiettili di mortaio, colpi di cannone, razzi Grad e attacchi di droni, e hanno anche sparato due proiettili d'artiglieria contro quartieri residenziali popolati della città di Kherson, in parte sommersa dalle acque del Dnipro.

A finire sott’acqua nel Paese, a causa della distruzione della diga, anche la casa-museo della famosa pittrice ucraina Polina Raiko. L'edificio si trova nella città di Oleshky, particolarmente colpita dalla piena.

Nel frattempo, parlando al Mit di Boston, l’ex premier Mario Draghi ha ricordato, circa le vicende in Ucraina, come non ci sia «alternativa per gli Stati Uniti, l'Europa e i loro alleati se non garantire che l'Ucraina vinca questa guerra». Accettare un vittoria russa, ha precisato Draghi, significherebbe infliggere «un colpo fatale all’Ue».

«Vincere questa guerra per l'Europa significa avere una pace stabile – ha aggiunto ancora l’ex premier italiano – e oggi questa prospettiva appare difficile. L'invasione della Russia fa parte di una strategia delirante a lungo termine del presidente Putin: recuperare l'influenza passata dell'Unione Sovietica e l'esistenza del suo governo è ora intimamente legata al suo successo. Ci vorrebbe un cambiamento politico interno a Mosca perché la Russia abbandoni i suoi obiettivi, ma non vi è alcun segno che un tale cambiamento si verificherà».

(Unioneonline/v.l.)

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