"Nei prossimi giorni parlerò con il ministro russo Lavrov". Lo ha annunciato il segretario di Stato americano, Antony Blinken. Si tratta del primo contatto tra i due capi della diplomazia di Usa e Russia dall'inizio della guerra in Ucraina.

Un colloquio dove verranno affrontati diversi temi, dai prigionieri Usa in Russia al recente accordo per lo sblocco delle esportazioni del grano ucraino dai porti minati.

Intanto, si continua a combattere. Nella regione di Kherson, nel sud dell'Ucraina, occupata dai russi, sono stati segnalati nuovi attacchi delle forze ucraine allo strategico ponte Antonivskiy, che attraversa il fiume Dniepr.

"Esplosioni nell'area del ponte Antonivskiy", hanno annunciato le forze armate ucraine in un aggiornamento su Telegram poco prima della mezzanotte, insieme a un video che mostrerebbe una raffica di colpi. "Secondo quanto riferito, abbiamo un altro pesante attacco ucraino sul ponte Antonivskiy", si legge in tweet di Illia Ponomarenko, giornalista del Kviv Independent.

Funzionari russi hanno poi confermato l'attacco ucraino al ponte.

Il ponte Antonivskiy è la principale via di rifornimento per le truppe russe: se fosse danneggiato, le forze di Mosca sarebbero potenzialmente intrappolate a Kherson con poche munizioni e pochi rifornimenti. Parte del piano dell'Ucraina per riprendere la città. 

Intanto, il leader ucraino Volodymyr Zelensky ha fatto il punto sulla resistenza ucraina: “Per quattro mesi lo Stato russo non ha fornito ai suoi cittadini alcuna informazione, nemmeno censurata, sulle perdite del suo contingente di occupazione - ha detto Zelensky in un videomessaggio -. Tuttavia questo numero è già a quasi 40.000: tante le persone che l'esercito russo ha perso dal 24 febbraio. E altre decine di migliaia sono state ferite e mutilate".

Lo stesso Zelensky ha sottolineato che le armi fornite a Kiev dall’Occidente e in particolare dagli Usa “stanno cambiando il corso della guerra”.

(QUI tutte le notizie sulla guerra)

(QUI tutti i video del conflitto)

Di seguito gli aggiornamenti di ora in ora.

La Lituania vieta l'ingresso al patriarca Kirill fino al 2027

La Lituania ha deciso di vietare l'ingresso nel Paese al patriarca di Mosca Kirill: lo riferiscono Novaya Gazeta Europa e l'agenzia di stampa statale russa Tass citando a loro volta la testata Delfi. "Il patriarca Kirill, il più stretto alleato di Vladimir Putin, è uno dei più attivi sostenitori della guerra contro l'Ucraina, ha ripetutamente parlato in pubblico in modo positivo dell'aggressione russa in corso", ha affermato il ministero dell'Interno lituano in una nota secondo Novaya Gazeta Europa. Il capo della Chiesa ortodossa russa sarebbe stato incluso nella lista delle persone indesiderabili della Lituania già il 23 giugno e il divieto dovrebbe restare in vigore fino al 23 giugno 2027.

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Kiev: “I porti ucraini tornano a lavorare”

I porti ucraini "tornano a lavorare". Lo afferma la Marina ucraina nel giorno in cui a Istanbul apre il centro per il coordinamento delle operazioni per consentire il passaggio sicuro delle navi ucraine nel mar Nero dopo l'intesa tra Kiev, Mosca e l'Onu con la mediazione della Turchia.

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Mosca: “Export di prodotti agricoli russi o stop all’accordo sul grano”

Il viceministro degli Esteri russo Andrei Rudenko ha dichiarato che l'accordo mediato dalla Turchia per sbloccare le esportazioni di grano ucraino sul Mar Nero potrebbe venir meno "se gli ostacoli alle esportazioni agricole della Russia non saranno prontamente rimossi". Lo riporta Interfax. Rudenko ha affermato che le spedizioni di grano dall'Ucraina inizieranno presto e spera che l'accordo resti valido.

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Kiev rivendica: “Colpito ponte a Kherson”

"Si può chiamare il ponte di Antonivs'ky un mezzo di difesa aerea che intercetta tutti i missili ucraini, ma non si può sfuggire alla realtà: gli occupanti dovrebbero imparare a nuotare attraverso il fiume Dnipro. Oppure dovrebbero lasciare Kherson finché è ancora possibile. Potrebbe non esserci un terzo avvertimento". Così Mykhailo Podoliak, consigliere del presidente ucraino Voldymyr Zelensky, rivendica su Twitter l'attacco al ponte principale di Kherson.

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Zelensky: “La Russia ha già perso quasi 40mila soldati”

Dall'inizio della guerra in Ucraina la Russia ha perso quasi 40mila soldati, secondo il presidente ucraino Volodymir Zelensky. "Per quattro mesi lo Stato russo non ha fornito ai suoi cittadini alcuna informazione, nemmeno censurata, sulle perdite del suo contingente di occupazione - ha detto ieri sera Zelensky nel suo consueto videomessaggio -. Tuttavia questo numero è già a quasi 40.000: tante le persone che l'esercito russo ha perso dal 24 febbraio. E altre decine di migliaia sono state ferite e mutilate". 

(Unioneonline)

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