"Una delle peggiori operazioni di copertura della storia, un fiasco totale".

Donald Trump non usa mezzi termini per la gestione dell'Arabia Saudita nel caso di Jamal Khashoggi, il giornalista saudita ucciso nel consolato di Riad a Istanbul lo scorso 2 ottobre.

Un "insabbiamento", l'ha definito il presidente degli Stati Uniti, aggiungendo che "chiunque abbia avuto questa idea credo che si trovi in grossi guai. E dovrebbe esserlo. Mi sento tradito da Riad".

Come prima ritorsione, l'annuncio del segretario di Stato Mike Pompeo, Washington "punirà i responsabili" revocando i visti dei sauditi coinvolti nell'omicidio: alcuni si vedranno revocare un visto di cui sono già in possesso, altri invece diventeranno ineleggibili a ottenere futuri visti.

Sanzioni, ha detto ancora Pompeo, che "non saranno l'ultima parola degli Stati Uniti su questo dossier".

IL NYT: "KHASHOGGI COME MATTEOTTI" - Intanto il New York Times, per raccontare l'omicidio, riesuma una ferita profonda per la storia italiana.

Il caso Matteotti, il giornalista e deputato socialista rapito e assassinato nel 1924 da una squadra fascista, per volontà di Benito Mussolini.

Al Duce è stato paragonato il re saudita, Mohammed bin Salman: anche lui cercò, scrive Alexander Stille, di insabbiare il delitto, riducendolo all'iniziativa autonoma di alcune "teste calde", sfuggite al controllo fascista.

Per il Nyt non si deve dimenticare la lezione del delitto Matteotti: bisogna punire Salman e i responsabili molto più di quanto riuscirono a fare gli oppositori di Mussolini, che "accettarono passivamente quella spiegazione poco plausibile".

(Unioneonline/D)
© Riproduzione riservata