L’offensiva militare dei talebani in Afghanistan è entrata nella capitale Kabul, gli insorti hanno preso il controllo del palazzo presidenziale mentre il presidente Ashraf Ghani lasciava il Paese, diretto in Uzbekistan, riferiscono i media (“L’ho fatto per evitare un bagno di sangue”, ha detto).

E presto, ha reso noto un rappresentante talebano, dallo stesso Palazzo “verrà dichiarata la nascita dell'Emirato islamico dell'Afghanistan”.

La bandiera bianca dei talebani, con una scritta nera che indica la testimonianza di fede dei musulmani, sventola sul pennone del palazzo presidenziale di Kabul.

Quando i miliziani erano alle porte della Capitale avevano promesso che non sarebbero entrati con la forza e parlato di un passaggio di consegne pacifico con un governo di transizione. Avevano anche assicurato (in controtendenza con le testimonianze che arrivavano dalle città occupate) che il nuovo esecutivo rispetterà i diritti delle donne e garantirà loro il diritto all’istruzione. “Non ci sarà vendetta contro le forze straniere o coloro che lavorano con l’amministrazione di Kabul”, avevano inoltre detto.

(Ansa)
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Non è andata così: da questa mattina i residenti riferiscono di spari e combattimenti in diverse zone della capitale afgana, e più di 80 persone sono rimaste ferite e si trovano nell’ospedale di Emergency che ormai è pieno, fa sapere la Ong.

Il portavoce dei talebani Zabihullah Mujahid ha provato a rassicurare i residenti: “La decisione di entrare è stata presa per evitare il rischio di furti e rapine in assenza di polizia e altro personale di sicurezza. Non entreremo nelle case né interferiremo negli affari personali della popolazione. Non abbiate paura dei talebani”.

Parole che non sono bastate ad evitare un fuggi fuggi: centinaia di afgani sono giunti al valico della Porta dell’Amicizia nella città di Chaman, al confine col Pakistan. Ed è caos all’aeroporto, dove la gente corre sulle piste pur di riuscire a salire sugli aerei e lasciare il Paese.

“L’aeroporto di Kabul è sotto tiro”, è l’allerta diramata dall’ambasciata Usa, che riferisce di spari nello scalo della capitale afgana. I funzionari americani hanno ordinato ai connazionali di mettersi al riparo “poiché la situazione della sicurezza sta cambiando rapidamente”.

La Nato sta lavorando per mantenere aperto in sicurezza l'aeroporto e consentire le evacuazioni degli stranieri. "Ho parlato con il primo ministro britannico Boris Johnson e i ministri degli esteri dei nostri alleati Canada, Danimarca e Paesi Bassi della situazione in Afghanistan. La Nato sta aiutando a mantenere aperto l'aeroporto di Kabul per facilitare e coordinare le evacuazioni", ha scritto su Twitter  il segretario generale Jens Stoltenberg.

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Le ambasciate occidentali smobilitano. La bandiera a stelle e strisce è stata rimossa dall’edificio di quella statunitense, gesto dal valore simbolico che segna la fine dell'evacuazione della sede diplomatica. La bandiera è stata trasportata all'aeroporto di Kabul dove sono stati trasferiti il massimo diplomatico Usa nel Paese, l'incaricato d'affari Ross Wilson, insieme alla maggior parte del personale.

Il ritiro sta avvenendo in modo rapido e dovrebbe concludersi entro sera. Anche gli italiani sono giunti all’aeroporto di Kabul, questa sera è prevista la partenza dell’aereo che dovrebbe portarli in patria.

Ma la situazione è in rapido peggioramento e quello che sta avvenendo nello scalo della capitale afgana non lascia tranquilli.

Il Consiglio di sicurezza dell'Onu si riunirà domani per discutere della situazione.

(Unioneonline/L)

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