Il premier canadese Justin Trudeau ha chiesto formalmente scusa in Parlamento per l'internamento degli italo-canadesi nella Seconda guerra mondiale, riconoscendo che a centinaia di persone fu negato un giusto processo.

Dopo che l'Italia dichiarò guerra al Canada nel 1940, Ottawa imprigionò oltre 600 persone di origine italiana e dichiarò "stranieri nemici" circa 31 mila italo-canadesi.

Trudeau ha ricordato anche che quelli etichettati come stranieri nemici "furono tenuti sotto controllo, costretti a fornire le impronte digitali e a presentarsi una volta al mese alle autorità locali".

"A quegli uomini e donne che furono presi prigionieri nei campi di lavoro o imprigionati senza accuse, alle persone che non sono più con noi per sentire queste scuse, alle decine di migliaia di innocenti italo-canadesi che furono etichettati come stranieri nemici, ai figli e ai nipoti che hanno portato la vergogna e il torto della passata generazione, e alla loro comunità - una comunità che ha dato così tanto al nostro Paese - porgiamo le nostre scuse e affermiamo che ci dispiace", ha detto il premier canadese.

"Quando il 10 giugno del 1940 questa Camera dei Comuni dichiarò guerra al regime fascista

di Mussolini in Italia, il Canada non dichiarò guerra anche agli italo-canadesi", ha spiegato. "Combattere il regime fascista che stava con la Germania nazista fu giusto ma incolpare gli

italo-canadesi che rispettavano la legge fu sbagliato", ha aggiunto.

Il premier ha inoltre ricordato che tra coloro che furono etichettati come "stranieri nemici" ci furono anche i genitori di Frank Iacobucci, ex giudice della Corte suprema canadese. 

(Unioneonline/L)

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