"Non permettiamo che il sacro venga strumentalizzato da ciò che è profano. Il sacro non sia puntello del potere e il potere non si puntelli di sacralità”.

Lo ha detto papa Francesco nel suo discorso al settimo Congresso dei leader delle religioni mondiali e tradizionali a Nur-Sultan, in Kazakistan.

"Memori degli orrori e degli errori del passato, uniamo gli sforzi, affinché mai più l'Onnipotente diventi ostaggio della volontà di potenza umana", ha aggiunto il Pontefice.

Francesco ha anche parlato delle guerre in nome della fede. "Dio – ha detto – è pace e conduce sempre alla pace, mai alla guerra. Impegniamoci dunque, ancora di più, a promuovere e rafforzare la necessità che i conflitti si risolvano non con le inconcludenti ragioni della forza, con le armi e le minacce, ma con gli unici mezzi benedetti dal Cielo e degni dell'uomo: l'incontro, il dialogo, le trattative pazienti, che si portano avanti pensando in particolare ai bambini e alle giovani generazioni. Esse incarnano la speranza che la pace non sia il fragile risultato di affannosi negoziati, ma il frutto di un impegno educativo costante, che promuova i loro sogni di sviluppo e di futuro". 

Parlando ai leader religiosi il Papa ha poi sottolineato che "è necessaria, per tutti e per ciascuno, una purificazione dal male". "Purifichiamoci, dunque, dalla presunzione di sentirci giusti e di non avere nulla da imparare dagli altri - ha esortato Francesco – e liberiamoci da quelle concezioni riduttive e rovinose che offendono il nome di Dio attraverso rigidità, estremismi e fondamentalismi, e lo profanano mediante l'odio, il fanatismo e il terrorismo, sfigurando anche l'immagine dell'uomo".

(Unioneonline/l.f.)

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