Mentre a Borgo Egnazia il G7 rinnova il sostegno a Kiev, con tanto di nuovi aiuti militari, palesando anche la diversità di posizioni con Papa Francesco e la sua idea diversa di pace, da Mosca Putin propone il suo, di piano di pace, liquidato nel giro di pochi minuti da Zelensky.

MOSCA

La Russia è pronta a un cessate il fuoco e all'avvio di negoziati se le truppe ucraine si ritireranno completamente dalle regioni di Donetsk, Lugansk, Zaporizhzhia e Kherson e Kiev si impegnerà a non aderire alla Nato.

«Oggi- ha detto Putin – facciamo una proposta di pace reale, stiamo parlando non del congelamento del conflitto ma della sua cessazione totale. Esortiamo a voltare la tragica pagina della storia e ripristinare gradualmente le relazioni con l'Ucraina e l'Europa». Se Occidente e Ucraina rifiuteranno, si assumeranno la «responsabilità della continuazione dello spargimento di sangue».

Le condizioni poste da Putin, ha precisato il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov, «non sono un ultimatum, ma un’iniziativa di pace che riflette l’attuale situazione».

La richiesta di Putin, spiega Ria Novosti, oltre alla rinuncia a 4 Regioni, prevede che Kiev abbia «uno status neutrale, non allineato e non abbia armi nucleari». Chiede quella che definisce «smilitarizzazione e denazificazione» dell'Ucraina.

«Naturalmente, i diritti, le libertà e gli interessi dei cittadini di lingua russa in Ucraina devono essere pienamente garantiti, le nuove realtà territoriali, lo status delle repubbliche di Crimea, Sebastopoli, Donetsk, Lugansk, Kherson e Zaporizhzhia come soggetti della Federazione Russa devono essere riconosciute», ha dichiarato ancora Putin secondo Ria Novosti sostenendo che «queste disposizioni basilari e fondamentali dovranno essere registrate sotto forma di accordi internazionali fondamentali e che naturalmente ciò implica anche l'abolizione di tutte le sanzioni occidentali contro la Russia».

La proposta è stata respinta da Zelensky: «Non ci si può fidare, è la stessa cosa che faceva Hitler quando diceva ‘datemi una parte di Cecoslovacchia e finisce qui’. Ma sono bugie, perché dopo c’è stata la Polonia e poi l’occupazione di tutta Europa».

BORGO EGNAZIA

Ieri intanto al G7 Biden ha firmato un accordo decennale sulla sicurezza con Zelensky e i sette Grandi hanno raggiunto un accordo, senza precedenti, per usare i profitti degli asset russi congelati per dare all'Ucraina altri 50 miliardi di aiuti. A luglio si svolgerà il summit della Nato dove la gestione degli aiuti militari passerà dal gruppo di Ramstein direttamente all'Alleanza atlantica per una sostenibilità nel tempo. Come a dire che gli aiuti militari occidentali a Kiev andranno avanti nel lungo periodo.

Il Papa oggi ha chiesto ai Grandi della Terra «una buona politica per la pace». «Può funzionare il mondo senza politica? Può trovare una via efficace verso la fraternità universale e la pace sociale senza una buona politica? La risposta è no».

Una “pace a tutti i costi” non condivisa dall’Occidente, che vuole percorrere la via di una “pace giusta”, che tenga conto delle rivendicazioni, in primis territoriali, dell’Ucraina. Non si può fermare l’invio di armi per fermare la guerra, è il ragionamento dei grandi del pianeta, altrimenti l’Ucraina sarebbe travolta dall’Esercito russo e Mosca potrebbe ricominciare da qualche altra parte.

(Unioneonline/L)


 

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