Il Covid-19 torna a far paura a Wuhan, in Cina, dopo mesi di assenza: sette lavoratori migranti sono risultati positivi ai test e sono stati trasportati in ospedale per ricevere gli opportuni trattamenti.

Lo hanno reso noto le autorità del capoluogo dell'Hubei, dove per primo fu individuato il coronavirus alla fine del 2019.

Si tratta di persone che lavoravano nell'area di sviluppo economico della città e che sono state subito isolate.

Le autorità locali hanno sollecitato il rispetto delle regole anti-Covid, tra cui l'uso della mascherina in pubblico, il distanziamento e a lavarsi frequentemente le mani. 

Ieri in Cina sono stati registrati 98 nuovi casi di Covid-19 – il numero massimo del 2021-, con la variante Delta che ha raggiunto ormai una ventina di città.

Tra i 43 contagi più gravi, 16 fanno capo allo Yunnan, quattro a Pechino e Fujian, tre ciascuno a Mongolia Interna, Jiangsu e Shaanxi, e due a Shanghai, Shandong, Henan, Guangdong e Sichuan.

A causa dell'aggravarsi della situazione Pechino ha deciso di adottare un nuovo pacchetto di misure per contrastare l’epidemia, tra cui il rinvio dell'apertura delle scuole.

La provincia di Hunan ha annunciato la sospensione di tutte le attività didattiche e dei programmi di formazione, chiedendo a studenti e insegnanti di evitare di viaggiare, se non strettamente necessario.  

(Unioneonline/F)

© Riproduzione riservata