Si stringono i tempi sui vaccini, che procedono nei vari Paesi europei a un ritmo sempre più serrato, ma anche il virus accelera facendo registrare picchi senza precedenti in diversi Stati,

In Spagna il ministero della Salute ha segnalato 61.422 casi di Covid tra venerdì e ieri. È il dato più alto registrato nel fine settimana dall'inizio della pandemia, riporta El Pais. I nuovi morti sono 401 e il direttore del Centro di coordinamento per gli allarmi sanitari e le emergenze Fernando Simon avverte: "Stanno arrivando settimane complicate, nei prossimi giorni si prevede un aumento dell'incidenza" che si attesta già a 436 casi ogni 100mila abitanti e in sostanziale aumento rispetto ai 350 di tre giorni fa.

SVEZIA - La Svezia ha registrato 17.395 nuovi casi di coronavirus da venerdì scorso, per un totale di oltre 500.000 casi dall'inizio della pandemia, secondo le statistiche dell'agenzia sanitaria, citate dal Guardian online. Nello steso periodo, il Paese, 10 milioni di abitanti, ha registrato 234 nuovi morti, portando il totale a 9.667. Le statistiche, riferisce la stessa fonte, hanno anche mostrato che il 17 dicembre è stato il giorno più mortale dall'inizio della pandemia con 116 morti. Il tasso di mortalità pro capite della Svezia dovuto al Covid-19 è di molte volte superiore a quello dei suoi vicini nordici, ma inferiore a quello di diversi paesi europei che hanno optato per i blocchi.

GRAN BRETAGNA - Nel Regno Unito il bilancio complessivo dei morti provocati dal Covid ha superato quota 82mila: è quanto emerge dai conteggi della Johns Hopkins University. Secondo l'università americana dall'inizio della pandemia i morti a causa del Covid-19 nel Paese sono finora 82.096 a fronte di un totale di 3.127.639 casi.

GERMANIA - Sale l'incidenza del virus anche a Berlino, dove si segnala un valore di 199,9 quindi vicinissima alla soglia di allarme di 200 nuove infezioni a settimana per 100.000 abitanti, da cui scatta la limitazione della libertà di movimento entro 15 chilometri.

"All'inizio del 2021, oltre 230 milioni di persone in Europa vivevano in Paesi in completo lockdown mentre altre nazioni si preparavano ad annunciare ulteriori misure restrittive nella settimana seguente", aveva osservato la settimana scorsa il direttore regionale per l'Europa dell'Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), Hans Kluge. "Eravamo preparati a un inizio impegnativo del 2021 ed è stato proprio così", ha aggiunto.

La trasmissione del coronavirus in Europa ha mantenuto un ritmo molto elevato. Al 6 gennaio, tra tutti i Paesi e i territori del continente, secondo il funzionario dell'agenzia dell'Onu, quasi la metà ha avuto un'incidenza settimanale di oltre 150 nuovi casi ogni 100.000 abitanti e un quarto ha registrato un aumento superiore al 10% dell'incidenza dei casi nelle ultime due settimane.

E circa la nuova variante di coronavirus chiamata B117 che, secondo la valutazione dell'Organizzazione mondiale della Sanità, potrebbe nel tempo sostituire altri ceppi virali in circolazione, come si è visto nel Regno Unito e sempre più in Danimarca, spiega Kluge come "senza un maggiore controllo per rallentarne la diffusione, questa possa avere un maggiore impatto sulle strutture sanitarie già sotto stress: alle 10 del mattino di ieri, l'Ufficio regionale dell'Oms per l'Europa aveva registrato 29.032.605 casi confermati di Covid-19 nel continente, compresi 630.282 decessi. Negli ultimi sette giorni anche il numero di nuove infezioni e dei decessi correlati è rimasto elevato, superando rispettivamente gli 1,8 milioni di contagiati e i 35.800 morti".

(Unioneonline/v.l.)
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