"Una donna non può fare il ministro. E' come se le mettessi al collo un peso che non può sostenere. Non è necessario che le donne siano nel governo, loro devono fare figli".

Nell’annunciare il rinvio della cerimonia di insediamento del nuovo governo, che a questo punto potrebbe avvenire in concomitanza con il ventennale dell’11 settembre, i talebani assestano l’ennesimo schiaffo ai diritti delle donne e alla comunità internazionale.

"Le quattro donne che protestano nelle strade non rappresentano le donne dell'Afghanistan. Le donne dell'Afghanistan sono quelle che danno figli al popolo dell'Afghanistan, che li educano secondo i valori islamici", ha detto in un'intervista a Tolo il portavoce dei sedicenti studenti coranici, Sayed Zekrullah Hashim.

Un fuoco di paglia le parole “moderate” proferite non appena hanno preso il potere. Ora i mullah mostrano il loro vero volto, e dopo gli annunci dei primi divieti sullo sport e all’Università, ribadiscono la linea dura.

Anche nella repressione, sempre più violenta, di oppositori e manifestanti. Oggi è stato anche “catturato e giustiziato” il fratello dell'ex vicepresidente afghano Amrullah Saleh, Rohullah Azizi, che organizzava la resistenza nella Valle del Panshir. Il cadavere non è stato ancora riconsegnato. Il suo corpo "deve marcire" avrebbero detto i talebani. 

Nonostante le violenze, il segretario generale dell'Onu, Antonio Guterres, sottolinea la necessità di "mantenere un dialogo" anche per "un sentimento di solidarietà con il popolo afghano". I rapporti con la comunità internazionale restano sospesi tra condanna e dialogo.

(Unioneonline/L)

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