In Germania c’è un nuovo e decisivo passo avanti verso una coalizione di governo a tre: è stato siglato un accordo dai vertici di socialdemocratici, Verdi e Liberali.

I membri della futura coalizione “semaforo” hanno concordato un documento di 12 pagine che ha tre punti qualificanti, uno per ogni partito: l'uscita dal carbone “idealmente” entro il 2030, cavallo di battaglia dei Verdi; il salario minino a 12 euro l’ora, bandiera socialdemocratica; e nessun aumento né alcuna nuova imposizione fiscale, linea rossa invalicabile dei Liberali.

Ora la palla passerà ai rispettivi partiti, a cui sarà chiesto di dare il via libera entro il fine settimana.

Insomma, i segnali della fumata bianca definitiva ci sono tutti.

Il candidato cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz ha ribadito anche oggi in conferenza stampa la sua certezza che si potrà contare su un nuovo esecutivo tedesco prima di Natale.

Il cambiamento climatico ha un posto importante nel programma del futuro esecutivo, in primis la questione dell'uscita anticipata dall'energia a carbone, fortemente chiesta dai Verdi nel 2030, cioè otto anni prima di quanto concordato al momento. "Per il mantenimento degli obiettivi climatici è necessaria un'uscita anticipata dal carbone che idealmente dovrebbe avvenire già entro il 2030", si legge nel testo del testo approvato. Si punterà a fare poi della Germania "il principale mercato della mobilità elettrica e per questo serve velocizzare l'espansione delle infrastrutture di ricarica".

Le pensioni pubbliche non saranno tagliate, ha assicurato Scholz, mentre quelle private saranno oggetto di riforma.

Anche il sussidio per chi non ha lavoro sarà trasformato, così come si intende intervenire con misure concrete ma ancora ignote per evitare la piaga della povertà infantile, inserendo tra le altre cose i diritti dei bambini in Costituzione.

Tra i punti in programma, anche l'abbassamento dell'età per votare ai 16enni.

(Unioneonline/F)

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