Circa 600 persone, in gran parte stranieri o palestinesi feriti, fra loro anche 4 cooperanti italiani, hanno potuto varcare e varcheranno fra ieri e oggi il confine tra la Striscia di Gaza e l'Egitto. Prime evacuazioni cui dovrebbero seguirne altre nei prossimi giorni per permettere ai numerosi profughi, compresi diversi altri nostri connazionali e con doppia cittadinanza, di lasciare Gaza.

«Stanno bene» ha assicurato il ministro Tajani sui quattro cooperanti in salvo.

E mentre il segretario di stato americano Blinken è atteso domani in Israele, sullo Stato ebraico continua la pioggia di razzi con i morti a Gaza che salgono a 8.796, di cui 3.648 minori.

Ancora incerta la sorte dei 240 ostaggi in mano di Hamas, secondo cui sarebbero almeno 195 i palestinesi uccisi nelle due serie di attacchi aerei israeliani sul campo profughi di Jabalia a Gaza, tra martedì e mercoledì.

Secondo un ufficio stampa governativo gestito da Hamas, circa 120 persone risultano ancora disperse sotto le macerie e almeno altre 777 sono rimaste ferite, ha riferito l'ufficio in una nota, secondo quanto riporta il Guardian.

L'ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani ha già affermato come l'attacco aereo israeliano sul campo di Jabalia potrebbe costituire un crimine di guerra.

Nella notte scontri al confine tra Israele e Libano, sirene intorno alla Striscia di Gaza.

Il presidente americano Biden, parlando a un evento elettorale in Minnesota, ha precisato come ci sia «bisogno di una pausa. Una pausa significa dare tempo per far uscire i prigionieri», con riferimento agli ostaggi che sono trattenuti nella Striscia di Gaza.

(Unioneonline/v.l.)

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