Sarà ballottaggio domenica prossima tra l'ex ministro dell'Educazione Benoît Hamon e l'ex primo ministro Manuel Valls per decidere il candidato dei socialisti alle elezioni presidenziali francesi, in programma il 23 aprile e il 7 maggio.

Il primo turno ha decretato la vittoria di Hamon che, a risultati ancora parziali, ha ottenuto il 35,2% delle preferenze, davanti a Valls (31,6%).

Escluso il terzo dei favoriti, l'ex ministro dell'Economia Arnaud Montebourg, fermo al 18,7%.

Più indietro gli altri quattro candidati: l'ex ministro Vincent Peillon (poco sotto il 7%), l'ecologista François de Rugy (3,8%), la rappresentante del Partito radicale di sinistra Sylvia Pinel (2%), e il leader del Fronte democratico Jean-Luc Bennhamias (1%).

"Gli elettori di sinistra hanno votato con convinzione e non con rassegnazione. Hanno deciso di fare della questione sociale e della questione ecologica il senso delle loro esigenze", ha commentato Hamon, 49 anni, ex sindacalista, non appena conosciuto il risultato del voto, incassando subito il sostegno di Montebourg a cui ha voluto rivolgere un "messaggio di amicizia".

Più volte in campagna elettorale ha detto: "Non sarò mai più socialista senza essere ambientalista".

Più duro il commento di Valls che, probabilmente, si aspettava un esito diverso. "Per il secondo turno delle primarie nulla è scritto. Sono felice di trovarmi faccia a faccia con Benoît Hamon" per una "nuova campagna elettorale che inizia questa sera", ha commentato.

Si tratta, ha aggiunto l'ex primo ministro, 54 anni, "di una scelta molto chiara tra noi e voi, la scelta tra la sconfitta assicurata e la vittoria possibile, tra le promesse irrealizzabili e una sinistra credibile che si assume le responsabilità del Paese".

L'ago della bilancia potrebbe essere proprio Montebourg il quale ha annunciato il suo sostegno a Hamon e ha definito una "condanna" il secondo posto di Valls.

Il risultato, sostiene, indica un rifiuto "massiccio" dei cinque anni di governo del presidente François Hollande e della deriva liberale che esso ha preso.

Secondo Montebourg gli elettori vogliono "che la sinistra ritrovi la sua strada, che il fiume torni nel suo letto" e per questo hanno appoggiato una "strategia di impulso economico ed ecologico, di recupero del controllo del sistema finanziario, di reinvenzione del modello sociale".

L'ex ministro ha poi fatto appello all'unione della sinistra poiché, sostiene, senza di essa non si potrà far fronte alla candidatura "liberale brutale" del conservatore François Fillon e alla leader del Front National Marine Le Pen.
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