Edimburgo ci riprova, chiesto il referendum bis per l’indipendenza: la Corte dice di no
Il governo locale invocava il diritto di convocarlo senza il nulla osta di WestminsterLa Corte Suprema britannica non ha accolto la richiesta presentata dal governo locale scozzese guidato da Nicola Sturgeon – la leader degli indipendentisti dell'Snp, il Partito Nazionale Scozzese – di poter convocare unilateralmente un secondo referendum sulla secessione della Scozia dal Regno Unito. Il primo si era tenuto l’8 settembre 2014 con la vittoria dei no (55,30%).
A confermare le numerose previsioni, i giudici supremi hanno respinto all'unanimità l'istanza in base alla quale s'invocava il riconoscimento del diritto a promuovere una consultazione bis (dopo la Brexit) con il solo voto favorevole del Parlamento locale di Edimburgo e senza il tradizionale placet vincolante di Londra.
Lord Rober Reed, il Presidente della Corte, ha respinto le argomentazioni giuridiche degli indipendentisti scozzesi e ha ribadito che, in base allo Scotland Act, la materia della convocazione di un referendum sulla secessione, destinato ad avere conseguenze sull'intero Regno, resta soggetta alla parola finale del governo britannico e del Parlamento di Westminster come potere esclusivo. Promuovere un referendum attraverso la sola approvazione di una legge nazionale scozzese da parte dell'assemblea parlamentare di Edimburgo non è un’azione legalmente fondata.
In merito alla possibilità di un ritorno alle urne, il governo centrale Tory di Londra esclude una possibile rivincita referendaria in Scozia: non sarebbe questo il momento per discutere nuovamente sulle tematiche legate all’indipendenza ad appena 8 anni dal verdetto del 2014, accettato da entrambe le parti e ritenuto "valido per una generazione”.
(Unioneonline/v.f.)